Carabinieri e Forestali ispezionano cave ed ex cave alla ricerca di criticità. Nei giorni scorsi la visita delle pattuglie dell'Arma e dei colleghi forestali non è passata inosservata e lo stretto riserbo attorno all'operazione effettuata nei pressi dell'Acqua acetosa ha dato vita a ipotesi piuttosto concrete su una possibile massiccia operazione di tutela ambientale.

Gli uomini dei comandi stazione sia ordinari (il luogotenente Massimo Crescenzi) che forestali (il comandante Rossella Iori), coordinati dal maggiore Matteo Demartis, sono rimasti a lungo nella cava d'argilla in località Colle Rosso, che sarebbe tuttora in attività. Il luogo del particolare sfruttamento minerario, oggetto di una sdemanializzazione deliberata dal consiglio comunale all'inizio della sindacatura Bassetta ("Autorizzazione ad alienare con contestuale sdemanializzazione del relitto di demanio collettivo cava di argilla in località Colle Rosso"), è finito più volte nel mirino degli ambientalisti che non vedevano di buon grado l'andirivieni degli autocarri a poca distanza dalle sorgenti cantate dalla storia dell'antica Roma (l'Acqua acetosa sembra favorire la cicatrizzazione delle ferite, per questo vi sostavano le legioni romane prima di rientrare nella Città eterna provenienti dalle guerre e battaglie).

La pratica per ottenere l'autorizzazione allo sfruttamento del deposito di argilla richiese ben otto anni di istruttoria e riguarda una superficie di ben 42 ettari. Un ex dirigente dell'ufficio tecnico comunale confida: «In fase di istruttoria bocciammo per ben due volte la richiesta di autorizzazione che poi la Regione rilasciò; sul luogo c'è un vincolo inamovibile e si trova accanto ad un corso d'acqua, prossimo alla sorgente dell'Acqua acetosa».
Non si conoscono gli esiti della recente ispezione, ma non sarebbero stati affissi avvisi di provvedimenti o sanzioni.

L'argomento cave è serio e i militari dell'Arma non intendono lasciare nulla di intentato in quanto a verifiche per la sicurezza del territorio. Il teorema cave, scavi e riempimento con rifiuti, è purtroppo arcinoto ed il timore che i siti dismessi e non ripristinati (quasi tutti) possano fare la fine della ex cava di pozzolana di Cangiano, nel cui sottosuolo giacciono tonnellate di rifiuti pericolosi, atterrisce i cittadini.