Prima le minacce di morte, ora la microspia piazzata in macchina. Non c'è pace per il sindaco Roberto Caligiore: un dispositivo elettronico per le intercettazioni è stato rinvenuto ieri mattina all'interno della sua auto personale. Un episodio inquietante che fa il paio con le minacce ricevute nell'autunno scorso.
«Questa mattina (ieri, ndr) ho notato un groviglio di fili con del nastro isolante che scendevano dal portaoggetti della mia auto», riferisce il sindaco, che ha subito presentato una denuncia-querela contro ignoti alla caserma dei carabinieri.

Il primo cittadino, avendo intuito che si trattasse di un dispositivo per le intercettazioni ambientali, si è immediatamente rivolto a un'agenzia di investigazioni privata autorizzata "Crederpol srl", nella persona del dottor Marco Di Notaro, che oltre a confermare i sospetti del sindaco ha provveduto alla rimozione del dispositivo; successivamente Caligiore ha consegnato il congegno ai carabinieri per le indagini del caso.
«Non ho alcun sospetto su chi possa aver installato il dispositivo. Certo è che sono seriamente preoccupato per l'incolumità della mia famiglia e mia - afferma Caligiore - alla luce del fatto che già nel novembre dello scorso anno avevo ricevuto una lettera minatoria e, anche in quel caso, ho provveduto a sporgere denuncia contro ignoti».

E qui nasce un giallo. La lettera anonima che venne mostrata dal primo cittadino durante una conferenza stampa sulla questione delle strisce blu, in cui c'era scritto "Ti ammazzo come un cane", ha una correlazione con l'episodio di ieri, come lo stesso sindaco lascia intendere?
Gli amministratori pubblici, d'altronde, sono sempre sotto tiro, come evidenzia il nuovo rapporto di "Avviso pubblico" che parla del 63% degli amministratori vittime di minacce di vario tipo, di cui il 54% sono sindaci, e che soltanto nel Lazio ha censito otto minacce e intimidazioni nei loro confronti. Una di queste riguarda proprio le minacce di morte ricevute da Caligiore (l'altro riguarda la candidata Pd alle ultime comunali di Frosinone Imane Jalmous).
«Noi sindaci siamo sempre molto esposti per il fatto di essere in prima linea - ha chiosato il primo cittadino ceccanese - Detto ciò, non posso che essere fiducioso nell'azione investigativa delle forze dell'ordine».