Bonifica della ex Polveriera, il Comune perde i fondi già stanziati. Chiamarla doccia fredda è riduttivo, trattandosi di una vera e propria debacle. Mentre comuni vicini festeggiano l'avvio delle operazioni di bonifica dei siti inseriti nel Sin della Valle del Sacco, la città dei papi segna il passo.
Nella lista dei siti da bonificare, con costi a carico dello Stato per circa 3 milioni di euro, l'ex Polveriera viene descritta così: "il sito presenta una superficie di circa 187 ettari, posto alla sinistra del fiume Sacco. Era originariamente dedicato alla produzione di ordigni bellici, poi polveriera. Il prolungato abbandono dell'area ha consentito alla vegetazione di proliferare inglobando le strutture esistenti, alcune delle quali risultano fatiscenti e pericolanti, con la presenza di rifiuti incontrollati. Molte coperture, per una superficie di 16.000 metri quadrati, contengono amianto".
Alessandro Cardinali, consigliere comunale e provinciale con delega al bilancio, coglie l'occasione per dissotterrare l'ascia di guerra, mettendo fine a quella che sembrava un'inedita luna di miele col sindaco Daniele Natalia; e mostra il documento che blocca la bonifica recitando: "il Comune di Anagni non ha offerto alcun contributo istruttorio, lasciando totalmente inevase le richieste della Provincia (note del 16.6.22, 2.8.22 e 23.9.22)". Ed il no definitivo: "l'architetto D'Isidoro chiarisce che, in merito al sito di Anagni, la Regione ha agli atti una corrispondenza con il Comune a seguito di un incendio verificatosi, e nel 2020 è stata formalmente richiesta al Comune la documentazione necessaria a ricostruire la proprietà del sito, cui il Comune non ha riscontrato".
Da qui l'affondo da parte del capogruppo del gruppo misto: «Inizialmente c'era l'interesse particolare un po' di tutti, dal sindaco all'assessore ed al resto della maggioranza. Dopo che la Regione ha deciso di pensarci direttamente, togliendo la gestione dell'intervento al Comune, l'interesse è venuto meno. Una brutta pagina per la nostra città».