Resta alta l'attenzione sui lavori della rotatoria di via Cellaro. E anche la polemica. Alcuni cittadini chiamano in causa l'ex sindaco Roberto De Donatis che, sollecitato ad intervenire su un cantiere il cui progetto fu avviato dalla sua amministrazione, lo fa attraverso il suo canale Youtube.
«I lavori di messa in sicurezza di via Cellaro sono giunti ad uno step fondamentale - sottolinea l'ex primo cittadino - Inizialmente si pensava di risolvere i problemi con una rotatoria, quando la Regione Lazio ci erogò il finanziamento.
Ma dopo la prima stesura progettuale del 2018, quando ero sindaco, era prevista un'occupazione importante dei terreni privati e questo creò delle polemiche e dei ragionamenti che ci portarono a scegliere dei coni ottici, quindi non più la rotatoria, con la possibilità di accedere in via Cellaro avendo la visuale completamente sgombra: il progetto esecutivo fu approvato nel 2020 portandolo in gara con l'affidamento delle opere all'impresa. Oggi i cittadini mi chiedono perché si è tornati alla rotatoria. È stata fatta una variante in corso d'opera: la "nostra" rotatoria, secondo i nostri calcoli, fatta a regola d'arte, ragionando sui raggi di curvatura per consentire il corretto deflusso veicolare, impegnava suoli superiori».
De Donatis spiega che se si fosse proceduto con una rotatoria secondo le regole si sarebbe andati incontro a ulteriori lungaggini e sarebbe stata necessaria una procedura espropriativa con oneri superiori.
«La rotatoria che si sta realizzando è ben più piccola di quello che le norme prevedono - aggiunge l'ex sindaco - Ci troviamo di fronte ad un potenziale intervento che non risolve in problema; si sperpera denaro pubblico con soluzioni tecniche non idonee e rispettose dell'ingegneria del traffico e del codice della strada. Immagino che si risolverà il tutto mettendo tanti dissuasori, limitando la velocità dei mezzi, ma questa è un'altra opera rispetto al nostro progetto. Non capisco la variante in corso d'opera rispetto a un'opera perfetta e che avevamo già mandato in gara».