«Nessuna sentenza ci riporterà mai indietro il nostro amato Willy che rimarrà per sempre nei nostri e vostri cuori. Quello che ci auguriamo noi, come famiglia e società, è la rieducazione di chi commette questi crimini. Che Willy non se ne sia andato invano». Parole postate nella serata di mercoledì sulla pagina social "Il sorriso di Willy" gestita dai familiari del giovane di Paliano, ucciso nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 a Paliano. Un post a poche ore dalla sentenza della Corte d'assise d'appello che non ha confermato il carcere a vita per Marco e Gabriele, accusati dell'omicidio di Willy. Sui fratelli di Artena pendeva la condanna all'ergastolo inflitta loro nel primo grado di giudizio; la Corte d'appello li ha condannati a 24 anni. I giudici hanno invece confermato la pena per Mario Pincarelli, al quale sono stati inflitti 21 anni di carcere, e per Francesco Belleggia, condannato a 23 anni. Fra sessanta giorni le motivazioni della sentenza.

La notizia dello sconto di pena ai fratelli Bianchi ha suscitato diverse reazioni e commenti, tra cui quello del sindaco di Paliano, Domenico Alfieri. «Amarezza e sconforto sono i sentimenti diffusi a seguito della sentenza che condanna a ventiquattro anni i fratelli Bianchi facendo cadere l'ergastolo. La speranza è che questo giudizio non sia definitivo». Anche il primo cittadino di Colleferro, Pierluigi Sanna, ha affidato a un lungo post il suo commento sulla decisione dei giudici.

«Occorrono, in determinati momenti, molte ore di riflessione prima di poterci esprimere nel modo più giusto. La notizia che i fratelli Bianchi non sono più condannati all'ergastolo è uno di questi. Non possiamo permetterci però reazioni scomposte perché siamo diversi e questa diversità, rispetto alla barbarie, la rivendichiamo con convinzione. Un altro dovere è proteggere la famiglia che da sempre ci ispira con il suo doloroso contegno: ai genitori di Willy, alla sorella Milena noi dobbiamo stringerci, come un mantello ed in silenzio. Lo stiamo facendo. Le sentenze si rispettano, ci è stato insegnato questo. Nonostante l'amaro in bocca che ci provoca questo annuncio e nonostante la naturale indignazione, attenderemo i novanta giorni del deposito per poterla leggere e studiarne le motivazioni. Rispettiamo le leggi, non possiamo certo noi cambiarle, crediamo che i giudici le abbiano applicate dall'alto della loro esperienza professionale però vogliamo leggere la sentenza. Non possiamo dimenticare, mentre ci incamminiamo verso il 6 settembre, quanto accaduto a Willy nella nostra città. Dimenticare è impossibile, sarebbe triste e colpevole. Attendiamo come un monolite dunque, anche per sapere se dovesse iniziare un iter in Cassazione, come ci auguriamo. Questo ingombrante groppo alla gola, questo senso di freddo nelle ossa anche se è estate, questo intimo sconcerto li dobbiamo trasformare in forza educatrice, altrimenti tutto sarà vano. Dobbiamo, al netto dei tribunali, avere la forza di correggere ed indirizzare i nostri ragazzi, di sostenere le famiglie che ancora si ostinano a tramandare valori sani, di sostenere la scuola pubblica e di concepirla come moderno principe nello Stato che vuole costruire il suo domani su valori umani e non solo sugli slogan, sugli algoritmi e sulle questioni finanziarie. Umani nel senso di "ispirati all'umanesimo" che in fin dei conti abbiamo inventato sempre noi e diffuso nel mondo. Questo sforzo, questo lungo cammino potrà sembrare una pia illusione, ma non è così - conclude il sindaco Sanna - È l'unico modo che abbiamo per cambiare le cose, per non subire e per reagire, per non tradire Willy e non rendere vana la sua morte».