A poco più di dieci giorni dalla morte di Massimiliano Di Pastena si continua a scavare per ricostruire con esattezza le sue ultime ore di vita. Per capire cosa abbia fatto o chi abbia incontrato il quarantatreenne di Pontevorvo rinvenuto senza vita nelle acque del fiume Liri. Ci sono volute quasi 24 ore di intense ricerche prima di individuare il suo corpo: la segnalazione della sua scomparsa era stata lanciata la sera precedente da un'amica. L'apertura delle ricerche è stata immediata: fino alla fine è stata tenuta alta la speranza di trovare Massimiliano vivo. Invece, la sera successiva, l'amara scoperta. A individuare il suo corpo dall'alto è stato un drone dei vigili del fuoco nella zona "Le Cese-Santa Barbara". E proprio mentre si stava per sospendere ogni attività, dall'alto è arrivata la segnalazione.
Secondo quanto ricostruito dall'Arma, l'uomo aveva raggiunto la zona di Ponte Nuovo con un'amica, poi aveva chiuso l'auto - con il cellulare all'interno - e si era allontanato scomparendo nel nulla. A richiedere l'aiuto dei carabinieri è stata proprio la donna che era con lui, preoccupata per quello strano comportamento. Le ricerche dei carabinieri - agli ordini del capitano Bartolo Taglietti - sono partite nell'immediatezza, con il supporto dei vigili del fuoco. Per poi riprendere la mattina successiva, con l'ausilio dei cani molecolari, delle squadre fluviali dei vigili e della protezione civile, coordinata da Catia Prata.
Se a chiarire la causa della morte - non si esclude un malore fatale - saranno i risultati dell'autopsia eseguita dal dottor De Giorgio, a ricostruire cosa abbia fatto nelle ore precedenti alla scomparsa ci penseranno i militari della locale Compagnia che stanno ascoltando diverse persone che potrebbero averlo visto o incontrato. Verifiche in corso.