Sono definitive le condanne per l'infortunio mortale sul lavoro di Giulio Agostini. Così ha deciso la Cassazione giudicando inammissibili i ricorsi dopo le tre condanne stabilite dalla Corte d'appello di Roma.
Peraltro, prima di decidere, lo scorso novembre, i giudici di secondo grado si erano trasferiti nell'appartamento di due testimoni, impossibilitati a muoversi, in località Macchioni a Villa Santo Stefano. Circostanza richiamata durante la discussione in Cassazione.

L'infortunio sul lavoro si era verificato per una caduta dal tetto di un fabbricato di Villa santo Stefano, il 22 aprile del 2008. In primo grado, nel 2012, erano stati tutti assolti. Dopo il ricorso presentato dalla procura e dalla parte civile per la famiglia Agostini, rappresentata dagli avvocati Antonino e Calogero Nobile, con una prima decisione la Corte d'appello di Roma condannava a due anni l'imprenditore Enzo Federico, a un anno Silvana Federico, titolare di un agriturismo, e a un anno Nello Campoli, il datore di lavoro. Assolti, invece, due tecnici. La decisione si basava su una perizia d'ufficio che evidenziava violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro. La difesa aveva presentato ricorso.

Così la Cassazione aveva annullato le condanne sostenendo che, prima di decidere, i giudici avrebbero dovuto risentire i testimoni. E così è stato nel processo d'appello bis. I giudici hanno ascoltato in aula due persone e poi i due anziani direttamente a casa loro. Quindi la decisione che confermava la precedenza sentenza d'appello: due anni a Enzo Federico, uno a Nello Campioni e uno a Silvana Federico. Solo per quest'ultima la pena è stata sospesa. Disposta una provvisionale in favore degli eredi dell'operaio scomparso di 300.000 euro.
Le difese avevano impugnato in Cassazione. Ora la parola fine. Quindici anni dopo.