La sua discesa in campo (il 26 gennaio 1994) ha cambiato per sempre la politica italiana. Silvio Berlusconi non ha soltanto sdoganato il centrodestra di governo. Ha impresso un'accelerazione fortissima al bipolarismo. D'altronde il personaggio è stato tale da spaccare sempre in due l'opinione pubblica: o con lui o contro di lui. Ha attraversato e caratterizzato ventinove anni di vita politica. Ma ha lasciato un segno indelebile pure nel panorama imprenditoriale, editoriale e sportivo del Paese.

Con vittorie e sconfitte, discese e risalite, traversate nel deserto e ritirate tattiche. Mancherà agli alleati ma pure agli avversari. E adesso comincia la stagione del post-berlusconismo. Con la Ciociaria il fondatore e leader di Forza Italia ha avuto un rapporto vero, intenso, profondo. A tratti empatico. E comunque mai banale. Sicuramente ha influito il ruolo di Antonio Tajani, ma non è stato solo questo. Sono tantissimi gli episodi diventati cronaca. E ancora di più i retroscena, alcuni rimasti segreti.

La notte in cui salvò Fanelli
Correva l'anno 1995 e Paolo Fanelli era stato eletto sindaco di Frosinone alla guida dell'allora Casa delle Libertà. Battendo in un ballottaggio al cardiopalma Gianfranco Schietroma (centrosinistra). Ma nella maggioranza il filo si era spezzato subito. Tra Fanelli e il deputato Riccardo Mastrangeli (Forza Italia) la rottura era stata totale, al punto che il parlamentare aveva dato il via libera alle dimissioni di massa per sfiduciare il primo cittadino. Le firme di molti consiglieri del centrodestra erano state raccolte e consegnate proprio a Schietroma.

Ma alle ore 23 del 25 ottobre arriva il contrordine. Direttamente da Arcore. Silvio Berlusconi era stato informato di quello che stava succedendo. Non ci aveva pensato neppure un attimo: telefonata al fedelissimo Beppe Pisanu. L'ordine era stato perentorio: «Questa sfiducia non s'ha da fare». E Pisanu lo aveva trasmesso a Mastrangeli. L'ordine naturalmente. Il parlamentare, in piena notte, si recò da Schietroma per avere indietro il documento che avrebbe interrotto la consiliatura. Apprese in quel momento che comunque l'operazione non si sarebbe concretizzata perché mancava la ventunesima firma. Di un esponente dell'opposizione. Intanto però Silvio Berlusconi aveva fatto capire che il centrodestra non poteva perdere un capoluogo come Frosinone. Fu un segnale. Anche se due anni dopo le dimissioni di massa andarono a dama comunque.

Quella sera a Villa Lunghi
Un altro episodio da ricordare, sempre per le comunali di Frosinone, è del 2002. Quando per la carica di sindaco duellano Nicola Ottaviani (centrodestra) e Domenico Marzi (centrosinistra). Il testa a testa è tiratissimo: al primo turno Marzi ha preceduto Ottaviani di poco, mentre le liste del centrodestra hanno sfondato quota 50% più uno dei voti. Assicurandosi in ogni caso la maggioranza in aula. È una situazione particolare e politicamente pesantissima. Al consiglio comunale si era candidato Francesco Storace, allora presidente della Regione Lazio e uno dei big di Alleanza Nazionale.

Si organizza un evento politico in serata presso Villa Ersilia, splendida residenza dell'ex sindaco Sandro Lunghi. Silvio Berlusconi partecipa da ospite d'onore e da protagonista. Con lui Francesco Storace e Nicola Ottaviani: l'intervento è di quelli che vengono ricordati. Ma l'intera serata è da segnare sul calendario perché Berlusconi fa Berlusconi. Mattatore assoluto. Il ballottaggio si concluse con la vittoria di Domenico Marzi e con la consiliatura dell'anatra zoppa. Dieci anni dopo, nel 2012, Nicola Ottaviani viene eletto sindaco di Frosinone e dà inizio ad una lunghissima stagione del centrodestra, che dura ancora adesso. Le primarie e l'impronta che Ottaviani riesce a dare alla coalizione colpiscono moltissimo Silvio Berlusconi, che infatti con Antonio Tajani parla di "modello Frosinone".

La cena al Silva Splendid
Alfredo Pallone per otto anni è stato il punto di riferimento di Forza Italia e del Popolo delle Libertà nel Lazio. Peraltro, sempre nel 2012, Pallone apre la strada al successo di Ottaviani con il via libera alla celebrazione delle primarie del centrodestra nel capoluogo. Ha un rapporto, anche personale, molto forte con Antonio Tajani. E con Silvio Berlusconi: si scambiano lettere oltre che pareri. Poi ci sono gli "amaretti": Alfredo Pallone li ha regalati a Berlusconi, che ne è rimasto letteralmente "stregato".

Non manca di farlo sapere a Pallone, che nella sua carriera politica ha ricoperto ruoli come l'europarlamentare e il consigliere regionale. Oltre che coordinatore politico del partito nel Lazio. Ieri Alfredo Pallone ha scritto: «È morto un grande uomo». Senza bisogno di aggiungere altro, perché il riferimento a Silvio Berlusconi è intuitivo. Ma c'è un episodio che pochi conoscono e che lo stesso Pallone tende a non pubblicizzare. Tanti anni fa c'erano stati dei problemi tra Silvio Berlusconi e Francesco Cossiga, uno dei giganti della politica italiana (presidente della Repubblica e molto altro). La cena della pace avvenne a Fiuggi, presso l'hotel Silva Splendid. A tavola Francesco Cossiga, Silvio Berlusconi, Antonio Tajani e naturalmente Alfredo Pallone, nella veste anche di padrone di casa. Un ulteriore episodio che lega Silvio Berlusconi alla provincia di Frosinone.

Gli eventi di Tajani
Naturalmente è impossibile parlare di Silvio Berlusconi senza legarlo ad Antonio Tajani. L'attuale ministro degli esteri è sempre stato al suo fianco, dall'inizio. Ricoprendo costantemente ruoli di straordinaria responsabilità e delicatezza. Per un lungo periodo di tempo Antonio Tajani ha organizzato e tenuto a Fiuggi un evento molto seguito a livello nazionale e non solo. Indicativo il titolo: "L'Italia e l'Europa che vogliamo". Nella splendida cornice del Grand Hotel Palazzo della Fonte si sono alternati tutti i principali esponenti politici del centrodestra. In particolare di Forza Italia.

Non sono mancati i big del Partito Popolare Europeo, del quale Tajani è un punto di riferimento imprescindibile. Silvio Berlusconi non manca mai di dettare la linea, di argomentare dal palco e di ricordare una storia politica costantemente proiettata nel futuro. L'appuntamento si tiene a settembre e rappresenta l'inizio della stagione politica autunnale. Dopo il periodo estivo. C'è un elemento che fa sempre la differenza: il legame di Silvio Berlusconi con il popolo di Forza Italia e del centrodestra. Il tratto distintivo è l'entusiasmo. Perfino più dell'affetto, che comunque non manca mai. Le "tre giorni" di Antonio Tajani a Fiuggi hanno scandito momenti importanti di Forza Italia.

Le diverse fasi
Alle elezioni del marzo 1994 il centrodestra guidato da Silvio Berlusconi vince. Con uno schema che prevede l'alleanza con la Lega di Umberto Bossi da una parte e con Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini e il Ccd di Pierferdinando Casini dall'altra. Si vota con un sistema prevalentemente maggioritario, parametrato sui collegi. In provincia di Frosinone il centrodestra fa cappotto: 6-0. Al Senato vincono Romano Misserville e Bruno Magliocchetti, entrambi di Alleanza Nazionale. Alla Camera successi di Riccardo Mastrangeli (Forza Italia), Oreste Tofani (An), Modesto Della Rosa (An) e Flavio Tanzilli (Ccd). Riccardo Mastrangeli diventa il referente degli "azzurri" nel territorio. Forza Italia si radica immediatamente in provincia di Frosinone.

Negli anni in tanti danno un contributo enorme. Di Alfredo Pallone abbiamo già detto: è stato quello che sul piano politico ha interpretato i ruoli sempre al massimo. Con una costante sintonizzazione sulle frequenze politiche di Silvio Berlusconi. Ma come dimenticare il contributo di esponenti come Antonello Iannarilli, Riccardo Mastrangeli, Mario Abbruzzese, Pasquale Ciacciarelli? E di Nicola Ottaviani, che al Comune di Frosinone ha cambiato verso ad un trend che per tre consiliature aveva visto il dominio del centrosinistra.

Quindi, come spesso succede nella vita prima che nella politica, le storie prendono pieghe diverse. In tanti hanno lasciato Forza Italia per approdare in altri partiti del centrodestra. Senza mai dimenticare però che in ogni caso la "bussola" era stata data a tutti proprio da Silvio Berlusconi. Gli "azzurri" non hanno più le percentuali di un tempo in Ciociaria, ma comunque continuano a dire la loro. Grazie al lavoro del senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone, all'impegno dei subcommissari Adriano Piacentini, Daniele Natalia e Rossella Chiusaroli. E naturalmente dei militanti. Silvio Berlusconi in Ciociaria ha avuto un rapporto importante anche con Romano Misserville, senatore di Alleanza Nazionale che ha ricoperto pure il ruolo di vicepresidente di Palazzo Madama.

I due si sono spesso confrontati e non è mai mancato un elemento fondamentale: l'ironia. In ventinove anni diverse generazioni hanno deciso di mettersi alla prova in politica e lo hanno fatto pure con Forza Italia. Candidandosi nei Comuni, a sindaco e a consigliere. Con alterne fortune naturalmente. Il poeta Thomas Eliot ha scritto: «Quello che conta è il percorso del viaggio e non l'arrivo». Silvio Berlusconi è stato un politico divisivo. Non ha lasciato eredi politici e forse questo rappresenta il limite più evidente. Ma uno come lui poteva averne?