La provincia di Frosinone nel 2022 è stata la seconda del Lazio per denunce di malattie professionali. A rilevarlo la Uil di Frosinone, che ha realizzato un approfondimento sulle patologie legate allo svolgimento dell'attività lavorativa, elaborato sulla base dei dati Inail.
Si tratta di malattie spesso latenti o lente nella manifestazione dei sintomi, che si possono riscontrare anche dopo la fine dell'attività lavorativa, e questo conduce, talvolta, a un difficile riscontro del nesso tra la malattia e la causa della stessa. Nonostante ciò sia motivo di un significativo fenomeno di sottodenuncia da parte dei lavoratori, come rilevato dal ministero del Lavoro, i dati elaborati dal sindacato indicano un incremento dei casi.
L'anno scorso le denunce provenienti dalla Ciociaria protocollate dall'Inail sono state 1.270, 168 in più rispetto ai 1.270 del 2021. A precedere il territorio ciociaro nella classifica soltanto la provincia di Roma, con 1.463 casi. Seguono Latina, Rieti e Viterbo.
Il sindacato, che definisce la situazione poco rassicurante, evidenzia, inoltre, una tendenza in aumento che si conferma anche nei primi mesi del 2023. Da gennaio ad aprile di quest'anno, infatti, la Ciociaria ha fatto registrare 458 denunce di malattie correlate al lavoro, 235 in meno rispetto al territorio di Roma e provincia, che ne ha totalizzate 717.
«E se per un attimo usciamo dai confini provinciali – argomenta la segretaria generale della Uil di Frosinone Anita Tarquini – e consideriamo Latina e Frosinone come un'unica porzione di territorio, 717 è anche il numero di malattie professionali accertate nel sud del Lazio».
A livello regionale, invece, dall'approfondimento della Uil emerge che nel primo quadrimestre dell'anno il totale delle denunce protocollate all'Inail è stato di 1779.
Gli uomini risultano la fascia di popolazione più colpita, con 1337 casi, contro i 442 casi registrati tra le donne.
Per quanto riguarda la tipologia di malattie oggetto di denuncia, le patologie più diffuse sono quelle del sistema osteo muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell'orecchio, seguono i tumori e le malattie del sistema respiratorio.
«Il rischio di ritrovarsi ammalati a causa dell'attività lavorativa, o per esposizione a una determinata sostanza o per il troppo rumore o per alto – sottolinea la sindacalista – sta facendo registrare negli ultimi anni un preoccupante trend di crescita. Le malattie professionali sono spesso silenziose. Ci si può accorgere di aver contratto una particolare patologia anche dopo molto tempo. Ed è per questo – conclude Anita Tarquini – che per il rispetto della vita delle lavoratrici e dei lavoratori bisogna investire sempre di più sulla prevenzione.
Non soltanto perché malattie, incidenti e infortuni hanno un costo sanitario, ma soprattutto perché il diritto alla sicurezza sui luoghi di lavoro deve essere una priorità di azione per tutte le aziende».