Disposto un accertamento tecnico su telefonini e tablet per cercare conferma della violenza sessuale denunciata da una ragazza nei confronti del padre. La procura di Frosinone ha aperto, da qualche mese ormai, un fascicolo d'indagine per cercare di fare piena luce su un caso che si presenta particolarmente delicato data la gravità delle accuse che una diciannovenne muove contro il genitore.
I carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della procura, su indicazioni del pm Samuel Amari, avevano proceduto al sequestro delle apparecchiature telematiche dell'indagato. All'uomo erano stati presi tablet e smartphone. Un primo atto per cercare riscontro all'ipotesi investigativa.

Ora su questi apparecchi gli investigatori dovranno cercare, in modo particolare fotografie, video e messaggi anche in chat e su WhatsApp. E fare dei riscontri sui tabulati telefonici. Tra le varie ipotesi investigative c'è il fatto che l'uomo, che è assistito dagli avvocati Giampiero Vellucci e Angelo Testa, possa aver scattato delle foto compromettenti alla ragazza, a sua insaputa. E anche queste saranno cercate sui dispositivi telematici. I genitori della ragazza, anni fa, si erano separati. L'uomo, in base a quanto emerso, per lungo tempo non ha più frequentato né visto la ragazza. Solo di recente, quando ormai la figlia era prossima al raggiungimento della maggiore età, i due hanno riallacciato i rapporti, iniziando a vedersi, a stare insieme per recuperare il tempo perduto.

Tuttavia, secondo la denuncia presentata dalla ragazza, la relazione sarebbe andata oltre un normale rapporto padre-figlia. Un rapporto ricucito a fatica e che, ora, rischia di esser compromesso definitivamente se le pesanti accuse - ma l'inchiesta è ancora in una fase iniziale - saranno confermate dai risultati investigativi. Il procedimento aperto contro l'uomo è per violenza sessuale. La procura per meglio accertare i rapporti che si sono instaurati tra padre e figlia dopo la riconciliazione e la normalizzazione ha deciso, tra i primi passi, di voler controllare i dispositivi dell'indagato. L'uomo, dal canto suo, si professa innocente e respinge le accuse, non riuscendo a capire il perché della denuncia. Ora si vedrà cosa i carabinieri potranno trovare sugli apparecchi dell'uomo e se il contenuto potrebbe reggere in tribunale di fronte a un'accusa di violenza sessuale. In base all'esito di questi accertamenti si valuterà il proseguo delle indagini.