L'ex vicesindaco di Pontecorvo condannato per il... Carnevale. La sentenza della Corte dei Conti pubblicata nelle scorse ore vede la condanna di Moira Rotondo al pagamento di circa 3.000 euro per la «violazione degli obblighi di predeterminazione dei criteri e delle modalità cui le amministrazioni devono attenersi per la concessione di sovvenzioni, contributi e ausili finanziari ai sensi dell'articolo 12 della legge 241 del 1990». Una concessione economica che ha fatto finire davanti alla Corte dei Conti non solo l'allora assessore delegato agli eventi ma anche il responsabile dei procedimenti, Umberto Grossi. Grossi, assistito dall'avvocato Attilio Turchetta, è stato invece assolto.

La questione, in realtà, è ancor più complessa. Per la concessione economica in questione che riguarda l'edizione del Carnevale del 2016 - ovvero il primo dopo l'insediamento di Anselmo Rotondo alla guida del Comune - tutta la Giunta venne chiamata dai giudici della sede giurisdizionale di viale Mazzini. Per riferire proprio su questa circostanza. Posizioni archiviate. Tranne due: quella dell'ex vicesindaco Rotondo e quella del responsabile dei procedimenti. Cuore delle questioni finite davanti alla Corte dei Conti alcune somme: dopo la richiesta di finanziamento alla Regione e alla Camera di Commercio per conseguire il patrocinio oneroso e il finanziamento per l'evento, non ottenendo risposte, il Comune aveva deciso di provvedere ad accollarsi le spese sostenute dalla Pro loco. «Ma tra quanto prospettato alla Regione e approvato dalla Giunta e l'elenco delle spese emergevano delle differenze, risultando mutata la tipologia delle stesse spese» scrivono i giudici. «Il rimborso di somme per spese estranee a quanto deliberato dalla Giunta generava due esposti anonimi»: questo l'inizio delle indagini da parte della procura erariale. Che ha verificato l'avvenuto perseguimento o meno del «fine pubblico sotteso a un finanziamento».

La posizione
«Le sentenze vanno rispettate, favorevoli o sfavorevoli che siano. Ci assicuriamo per questo quando veniamo eletti, sperando sempre che non succeda» il commento a caldo dopo la recente pronuncia della Corte dei Conti da parte dell'ex vicesindaco di Pontecorvo che dovrà risarcire l'Ente. «Certo, tutta questa vicenda ha del surreale per quanto mi riguarda, ma sono abituata a guardare ai fatti e soprattutto in questi anni ho imparato a difendermi da ogni tipo di accusa, compreso quella di peculato per 40 euro dal quale sono stata prosciolta perché il fatto non sussisteva. Ma per arrivare al proscioglimento ci sono voluti due anni e svariate migliaia di euro di avvocati. Ho anche vinto una causa per diffamazione, aspetto ancora che il Comune mi rimborsi 1.500 euro di spese legali sostenute: dovrei detrarli dai 2.700 euro più Iva». Poi sottolinea: «Non intendo entrare nel merito della questione, ma di sicuro so che quanto accaduto mette in evidenza un dato oggettivo e uno soggettivo. Sul piano oggettivo la sostanziale incongruenza del nostro diritto che impone una suddivisione tra responsabilità gestionale e politica che di fatto poi sul piano giudiziario non regge. Se il rendiconto di una qualsiasi manifestazione, liquidato a una Pro loco, viene portato in giunta con il parere favorevole del responsabile amministrativo e l'avallo della Regione Lazio che l'ha preventivamente vistato, perché imputarne la responsabilità esclusivamente all'organo politico? E perché solo ad un quinto di esso? Sui tanti lati ancora da chiarire della vicenda si esprimeranno eventualmente i giudici d'appello». Sul piano soggettivo resta, per l'ex vice sindaco, una personale convinzione: quella «di aver lavorato sempre e comunque per il bene del paese e per la riuscita della manifestazione. Neppure dover restituire di tasca mia 2.700 euro potrà inficiare il ricordo del più grande Carnevale degli ultimi anni». Quindi esprime dubbi sul fatto che il procedimento sia stato avviato a così tanti anni di distanza dai fatti, «precisamente a pochi giorni dalla prescrizione di legge, nel momento in cui non ero più parte dell'amministrazione» affonda. «Uno scarica barile bello e buono, mentre sui palchi nel 2016 - conclude - era tutto un rincorrersi di complimenti e ringraziamenti».