Seppure timidi e discreti, sono sotto gli occhi di tutti i segnali di avvicinamento da parte del sindaco Luca Di Stefano, che non ha alcuna tessera di partito, a Fratelli d'Italia. A rappresentare il partito di Giorgia Meloni in assise è il consigliere Federico Altobelli, che non nega di aver intuito una certa apertura da parte del primo cittadino. L'abbiamo intervistato.
Consigliere Altobelli, anche se sta all'opposizione ultimamente il sindaco sembra gratificarla molto.
«Mi nomina spesso, è vero. L'ho notato anch'io. Cosa voglia fare Di Stefano va chiesto a lui. Capisco il fatto che il sindaco è un politico accorto e vedendo i risultati delle ultime consultazioni elettorali, con Fratelli d'Italia in grande ascesa e primo partito nel Paese, probabilmente ritiene utile per la città allargare la "base democratica". Su questo non ci vedo niente di male».
In quasi due anni di mandato, che opposizione è stata la sua?
«Costruttiva, guardando sempre al bene della città. Come opposizione devo riconosce quando l'amministrazione agisce bene. E devo congratularmi, come per l'inaugurazione della piazza ai "Martiri delle foibe". Una scelta che fa onore al sindaco, una scelta coraggiosa perché una parte della sua maggioranza credo che non sia rimasta contenta. In altri casi ci sono stati degli scivoloni e noi continueremo a far notare tutto. Sul Pnrr, ad esempio, si doveva fare di più per l'edilizia scolastica e lo stadio. Sora non ha ricevuto molti finanziamenti rispetto alle città più grandi della provincia. Va evidenziato che prima la Regione Lazio era di un altro colore politico e adesso le cose sono cambiate anche a livello nazionale, quindi sento ancora di più il dovere di collaborare per il bene della città. Noi siamo sempre stati a disposizione».
Circola la voce che lei si prepari a entrare nella maggioranza del sindaco Di Stefano. È così?
«La politica ha tante sfumature, è l'arte del possibile. In questo momento credo che per passare in maggioranza non ci siano le condizioni. Se poi Di Stefano dovesse modificare l'assetto politico della sua maggioranza si valuterà, ma credo che sia difficile perché avrebbe un impatto traumatico nei confronti della stessa coalizione e costringerebbe il sindaco a riequilibrare la giunta».
Ma lei amministrerebbe insieme a esponenti del Pd?
«No. Governare con chi ha delle visioni così diverse rispetto alle nostre è improponibile, soprattutto per il fatto che il Pd di oggi è diverso da quello di qualche anno fa. Ciò è dovuto al cambio della segreteria, credo sia troppo spostato a sinistra».
E se il sindaco volesse tesserarsi con FdI?
«Noi lasciamo le porte sempre aperte, il nostro è un partito inclusivo che però ha delle regole; quando si entra deve esserci rispetto, a differenza di altri partiti che sono più fluidi».
Nel circolo cittadino di FdI c'è maretta. Che succede?
«Non posso negare che ci siano state delle fibrillazioni, dissapori di natura puramente personale. Le persone hanno la necessità di emergere cercando posti di rilievo. Ma se dovessimo perderne alcune, sono sicuro che le rimpiazzeremmo con altri tesserati ugualmente validi».