Sostanze tossiche nella condotta di scarico dell'ex Videocolor: la relazione finisce sul tavolo dei magistrati. I risultati delle analisi di laboratorio effettuate dall'Arpa sui campioni prelevati dai pozzetti di scarico e dalle acque del fiume Sacco confermano i dubbi degli inquirenti e danno la preoccupante sentenza.
Verso la metà del mese di marzo scorso, i ranger del Comando stazione carabinieri forestali di Anagni scoprirono l'enorme condotta che sversa nel Sacco sostanze mefitiche. Lo sbocco della condotta si trova su un terreno di proprietà privata, e solamente la collaborazione dei proprietari, che hanno consentito l'accesso ai militari del comandante Rossella Iori, ha permesso di puntare i riflettori su quell'antro intriso di fanghi e scarti di ogni tipo. Alcuni pericolosi.
L'imponente tubazione in calcestruzzo, realizzata negli anni Sessanta a servizio dello stabilimento Videocolor, allora leader indiscusso nella produzione di cinescopi e nello studio di nuove tecnologie, è ostruita per oltre la metà del suo calibro dai residui delle sostanze che vi transitano, trasformate nella oscena mostra permanente che atterrisce anche i più smaliziati.
Le analisi avrebbero accertato la presenza di: cloruri 1700/1500 (1200 il limite di legge); Bod5 85/210 (40); Cod 400/680 (160); solidi sospesi totali 270/470 (80); fosforo totale 2/5 (1); azoto ammoniacale 150/300 (15); azoto totale 290/330 (10). La domanda chimica di ossigeno (Cod), la domanda biochimica di ossigeno (Bod) e il carbonio organico totale (Toc) sono i tre metodi principali di analisi. I metodi Bod e Cod differiscono dal Toc perché misurano la quantità di ossigeno consumato dalle specie organiche presenti nell'acqua.
Nella condotta scaricano abusivamente numerose aziende, alcune delle quali prive di un idoneo impianto di trattamento dei reflui. La natura delle sostanze rinvenute consente l'individuazione di alcune di esse, ma occorrerebbe una accurata video ispezione per avere il quadro completo della situazione.
I forestali sono in prima linea contro gli irriducibili nemici dell'ambiente. Se i cittadini e le istituzioni collaborassero di più, la situazione potrebbe migliorare sensibilmente e ne gioverebbe la salute di tutti. Purtroppo l'ignoranza e la connivenza faticano ad essere sradicate, ma non è detta l'ultima parola.