Le immagini dell'Emilia Romagna hanno lasciato il segno e il livello di attenzione sul dissesto idrogeologico si è alzato ovunque. Per il presidente della Provincia Luca Di Stefano è una priorità. Lo aveva già annunciato durante l'assemblea dei sindaci, lo ha ribadito nel corso dell'ultimo Consiglio provinciale, dopo che in mattinata si era recato negli uffici della Regione Lazio: affrontare con convinzione le criticità relative al dissesto idrogeologico sul territorio della provincia.

Alla fine dei lavori di giovedì scorso, nell'aula consiliare di Palazzo Jacobucci, infatti, Di Stefano ha preso la parola ed ha posto l'accento su questa tematica attualissima.
«Mi unisco al dolore per le vittime dell'Emilia Romagna come tutta l'Amministrazione provinciale - ha dichiarato in aula il presidente - e ribadisco quanto avevo già anticipato durante la recente assemblea dei sindaci: anche la nostra provincia ha grandi problemi a livello idrogeologico. Ci sono molte zone pericolose e a rischio. Si tratta di un'altra sfida importante che deve partire dalla Provincia. È necessario un monitoraggio da svolgere in maniera ancor più stringente di quello che è stato fatto finora, chiedendo interventi seri nelle stanze che contano».

Quindi il presidente Di Stefano ha riferito all'aula: «Questa mattina (giovedì scorso, ndr) sono stato in Regione Lazio perché nella città dove sono sindaco, a Sora, come anche in tantissimi altri centri del nostro territorio, in questi giorni si sono verificate diverse frane. E purtroppo è un fenomeno che si ripete spesso in questa porzione di territorio. Da qui la necessità di un'attenzione particolare».

«Sono convinto che il Governo darà risposte concrete e immediate perché il rischio è in tutta Italia e, soprattutto, anche nella nostra provincia», ha concluso il presidente Luca Di Stefano.
In Ciociaria, i numeri dicono che, per le frane, sono 31.359 i residenti in zone a pericolosità molto elevata, 2.190 in zone a pericolosità elevata, 7.136 in zone a pericolosità media, 3.565 in zone a pericolosità moderata e 89.339 in aree d'attenzione.

Complessivamente la popolazione altamente a rischio è costituita da 33.549 unità (1 su 14 vive in zone fortemente sensibili) che risiedono su un territorio di 481,5 kmq su cui si trovano 13.727 famiglie, 1.916 imprese e 115 beni culturali su cui pende una spada di Damocle. Su base provinciale, le province di Salerno, Lucca, Torino, Napoli, Frosinone e Genova presentano il numero più elevato di aggregati strutturali a rischio frane: da noi 102.005 pari al 29,7% del totale presenti sul territorio.

Gli edifici a rischio elevato e molto elevato sono 14.753; uno studio dell'Ispra ha tenuto conto anche della tipologia di costruzione degli immobili che, per quasi l'80% sono stati realizzati più di quarant'anni fa, mentre poco meno del 19% è stato realizzato tra il 1981 e il 2005 e appena l'1,70% oltre il 2005.

Per il rischio di alluvione sono 6.799 i residenti della provincia di Frosinone in zone a pericolosità elevata (2.654 famiglie, 2.539 edifici e 470 imprese), 11.399 in zone a media pericolosità, mentre 26.365 vivono in aree a bassa pericolosità idraulica. Complessivamente i residenti a forte rischio sono 18.198. Sommando i dati del pericolo frane e di quello alluvioni, sono 51.747 i residenti che vivono in zone ad elevato rischio, 1 su 9.

Dando uno sguardo ai dati su base comunale, emerge che nel capoluogo gli abitanti che vivono in zone a rischio elevato frane sono 981 e in quelle molto elevato 112 per un totale di 1.093 con un totale di 447 nuclei familiari coinvolti e di 208 edifici sotto attenzione unitamente a 125 imprese; 204 residenti sono a rischio alluvione elevato, 297 a livello medio e 376 basso. A Cassino sono 2.500 i residenti in zone a pericolosità molto elevata ed elevata per le frane (186 rischio alluvioni elevato), a Piedimonte San Germano 899, a Sora 2.373 (19.688 abitanti a rischio alluvioni tra livello elevato, medio e basso). Una situazione, quindi, da tenete sotto controllo.