"Maria Salome docet" è stato il leitmotiv che ha condotto, per mano i fedeli della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino nei giorni dedicati alla festa della comune Patrona.
Quest'anno, la ricorrenza ha assunto un'aria di novità grazie ai tanti momenti di riflessione e incontro, organizzati dalla Confraternita di concerto con il rettore don Angelo Maria Oddi e il parroco don Andrea Viselli, che hanno focalizzato l'attenzione sulle tante sacche di povertà etica e morale presenti sul territorio.
Gremita la basilica dedicata a Salome per le funzioni religiose del 24 e 25, sia la mattina del 24 maggio, alla presenza degli studenti dell'I.C. veroli 1, con il tradizionale omaggio al Monumento ai Caduti e deposizione della corona d'alloro in memoria di tutte le vittime delle guerre, sia del pomeriggio, nonostante il tempo incerto e la grandinata che ha imbiancato Veroli.
Seguitissima la processione che ha condotto l'immagine della patrona tra i vicoli del centro storico e che ha visto sfilare le confraternite insieme a tantissima gente, unite dal sentimento di affetto verso la Santa Mirrofora. Presenti autorità civili e militari, i sacerdoti della Diocesi, il Sovrano Militare Ordine di Malta, le rappresentanze dei Comuni di Bosco Reale, nel casertano, Castelliri e della città spagnola di Bonares, che vedono in Salome la loro patrona.
Ha presieduto la solenne funzione liturgica il vescovo Ambrogio Spreafico. Ha animato la celebrazione il coro vicariale diretto dai Maestri Luigi Mastracci e Giovanni Pagliaroli. «Salome ha chiamato a sè le genti erniche, convertite agli albori del cristianesimo, e ha parlato ancora oggi al cuore dei credenti - ha ricordato don Angelo Maria Oddi - I suoi insegnamenti devono essere per noi punto di forza e motivo di unione tra noi, per creare la pace vera, fondata sull'amore.
Dio ci benedica e Salome ci protegga era l'antico saluto tra verolani. Noi oggi possiamo completare la frase con queste parole: e ci insegni a vivere secondo il Vangelo. Lei, che è giunta a noi profuga e tra noi ha trovato rifugio e accoglienza, sia per tutti noi la nuova primavera» «Chiediamo a Salome di aiutarci a costruire la pace - ha invocato il vescovo - lei è stata discepola di Gesù, ha ascoltato la sua parola e ha deciso di seguirlo.
È stata una donna forte perché laboriosa, che ha scelto di dedicarsi alla diffusione del Vangelo in umiltà invece che alla celebrazione di sè. Oggi, crediamo che la forza sia nella potenza, nell'apparenza di invincibilità, ma Salome ci insegna che la vera forza è nella fragilità, nel prendersi cura dell'altro, nell'accoglierlo come un fratello per costruire con lui la pace. La Pasqua ci ricorda che non possiamo vivere per noi stessi, che dobbiamo donarci agli altri».