Strade pericolose: dalle accuse alle scuse, il sindaco Galli cambia strategia per giustificare le inadempienze amministrative. Il capogruppo di "Per Ceprano" Marco Colucci, considerato il grave stato in cui versano le strade, dopo l'intervento del sindaco sui social relativo all'argomento, lo attacca replicando duramente.
«Scusarsi con i cittadini per lo stato in cui versano le strade pericolose non esonera di certo il sindaco Galli dalle responsabilità, anzi aggrava la posizione sua e quella della maggioranza, in quanto le vie sono oggettivamente rischiose e l'Amministrazione non interviene pur consapevole.

Dopo la fase delle accuse al passato, che ormai non possono più essere scagliate visto che il passato è ormai l'Amministrazione Galli, il sindaco ha scelto le scuse: assurdo. Il primo cittadino fa una sorta di "mea culpa", ma non si dimette. La scena mi ricorda la perdita dei finanziamenti per l'ex scuola "Colasanti", per la quale furono rese scuse pubbliche, ma solo quelle. Troppo facile sbagliare, non fare e poi chiedere scusa. Il sindaco scrive che "le strade sono un problema gigantesco al quale, per quanto possibile, abbiamo cercato di trovare soluzioni sulla base delle disponibilità di bilancio".

Troppo poco quando è in gioco la sicurezza. Riconosce anche che "ci sono situazioni al limite della tolleranza", e così praticamente si autoaccusa disegnando uno scenario catastrofico che mai si era presentato a Ceprano. Gli interventi di emergenza tappa buche, che sporadicamente vengono realizzati non risolvono certamente la situazione.

La sicurezza è compromessa e il decoro inesistente. Come si può pensare - conclude Colucci - di attirare investitori e turisti o agevolare gli imprenditori locali quando non esiste una rete stradale adeguata e sicura? Occorrono responsabilità e coerenza per affrontare e gestire determinate questioni e ormai Ceprano nel settore stradale è in emergenza. Pertanto servono competenze e forse un pizzico di umiltà non guasterebbe per rendere più eque le valutazioni. Ai cittadini si devono risposte, le scuse non bastano».