Quale sarà il futuro del 72º Stormo? La scuola di volo rischia tra due anni di essere trasferita a Viterbo a causa di un provvedimento varato nel 2020. Una preoccupazione quindi che sta prendendo forma. Ieri pomeriggio l'associazione Impegno ha riunito, nella saletta del bar "Monti Lepini", parlamentari, consiglieri regionali, amministratori locali e associazioni del territorio. Tutti insieme per una battaglia comune: la scuola di volo dell'Aeronautica militare deve restare a Frosinone.

Il deputato di Fratelli d'Italia Aldo Mattia ha annunciato che già da qualche settimana ha presentato un'istanza scritta al ministro della difesa. «Questa istanza è sul tavolo del capo di gabinetto – ha detto – A giorni mi faranno avere le prime risposte». Poi ha aggiunto: «Dobbiamo mettere in campo il nostro peso politico. Essendo di Frosinone abbiamo una responsabilità maggiore e il dovere di affrontare insieme questo problema. Dobbiamo difendere la scuola di volo e impedire che venga trasferita. Detto ciò possiamo iniziare a fare ragionamenti interni per capire meglio e arrivare eventualmente a presentare un'interrogazione parlamentare».

Tanti gli interrogativi
Attualmente la struttura impiega seicento militari, cento civili e forma circa sessanta allievi. Il 72º Stormo è l'unica scuola nel settore dell'ala rotante in Italia che addestra i piloti di elicottero dell'Aeronautica militare, delle altre forze armate e dei corpi dello Stato. Ma non solo. La scuola forma anche allievi che arrivano dall'estero. Tutto questo mette insieme motivazioni socio-economiche, industriali e indotto che «potrebbero creare ulteriori difficoltà all'economia della nostra provincia – ha detto il presidente dell'associazione Maurizio Plocco – Vorremmo accendere un faro e coinvolgere i nostri rappresentanti. Cercare di fare un tentativo estremo con il ministro della difesa e con lo Stato Maggiore per capire se effettivamente ci sono gli estremi per rivedere questo trasferimento».

Domenica l'aeroporto "Moscardini" è stato protagonista dell'Heli Day. «Un argomento di vitale importanza per il territorio e una data che non è stata scelta a caso – ha sottolineato il segretario dell'associazione Michele Meloni – L'impatto di questa decisione rischia di essere devastante ed estremamente negativa su questo territorio». In prima fila diversi esponenti politici che hanno partecipato al dibattito. Il sindaco Riccardo Mastrangeli ha proposto di portare in consiglio comunale una mozione sul problema. Poi non ha nascosto la sua preoccupazione e ha sottolineato la volontà del Comune di stare al fianco della battaglia. Ad intervenire anche il deputato della Lega Nicola Ottaviani.

«Per molti anni la nostra provincia è stata sacrificata – ha sottolineato – Adesso sappiamo che ci stiamo inserendo su un carro in corsa. Sarà un banco di prova ma è chiaro che andremo fino in fondo e daremo il massimo per cambiare una stratificazione che ormai è in vigore da almeno tre anni».
Iniziativa sposata anche dal consigliere regionale di Fratelli d'Italia Alessia Savo che ha voluto testimoniare la vicinanza nei confronti di un interesse comune per il territorio.

Le proposte
In sala c'era anche il dottor Fabio Colasanti in rappresentanza dell'Aero club di Frosinone. L'associazione ha una scuola di volo civile e nel fine settimana gestisce le piste al "Moscardini". «Noi condividiamo una mission – ha detto Colasanti – Non solo quella di salvare l'aeroporto di Frosinone ma anche quella di cercare di crescere». E in merito a questo ha messo all'attenzione della sala un'importante proposta. «Bisogna creare una sinergia tra industria e formazione.

La nostra proposta è quella di portare a Frosinone un polo universitario di ingegneria aerospaziale e che possa coinvolgere il Cnr ad esempio». In questo modo il capoluogo potrà avere «un polo attrattivo per la formazione di tanti giovani. E questo significa anche avere la possibilità di ricevere finanziamenti europei importanti». Un paracadute che consentirebbe quindi di mantenere a Frosinone «una tradizione aviatoria che non è solo militare – ha aggiunto – Condividiamo quindi appieno e ringraziamo l'associazione per portare avanti un discorso condiviso».
Adesso però la politica dovrà mettere in campo azioni concrete che possano portare a reale dietro front.