Stalking condominiale, nuova udienza in tribunale. Parlano i condomini che confermano le accuse contro il vicino accusato di aver gettato un vaso dal settimo piano contro un'auto, di dispetti e insulti che, in qualche caso, hanno costretto alcune professioniste a farsi "scortare" dai mariti.

Uno dei testimoni ha riferito del cambio di atteggiamento, come non parcheggiare più sotto balconi dopo il lancio del vaso. Ha parlato di un «clima di paura», ma anche del distacco della corrente, d'estate, ad alcuni condomini assenti. Il teste ha ricordato anche gli insulti a una commercialista che, durante la pandemia, usava le scale. Ha aggiunto di aver trovato lo studio pieno di formiche perché erano stati buttati briciole e biscotti.

Ha sintetizzato così il clima che si era creato: «Un atteggiamento giornaliero, aggressivo minaccioso». Alcuni episodi sono stati scoperti grazie alle telecamere che i condomini, esasperati, avevano chiesto di installare. Del fatto del lancio del vaso, il teste ha riferito dell'imputato affacciato alla finestra che commentava: «Che spettacolo!».
Un altro testimone ha parlato degli insulti alla moglie e di episodi di scortesia. Nonché di un vaso di fiori distrutto sul pianerottolo. Anche questi ha ricordato uno degli episodi di distacchi, notturni, dei contatori della luce.

La convivenza con il condomino era divenuta insopportabile al punto che i vicini hanno spesso chiamato le forze dell'ordine e poi lo hanno denunciato. L'imputato è difeso dall'avvocato Annalisa Martini, mentre i condomini sono parte civile con l'avvocato Nicola Ottaviani. Prossime udienze a settembre per dar modo all'imputato di fornire la sua versione e con la discussione.