Quando si incontra per i vicoli di Ferentino, nelle piazze, o si ascoltano le sue omelie durante le celebrazioni, anche tramite i social, è difficile non farsi "catturare" dalle sue parole, dai suoi consigli, dalle sue "prediche". Perché lui, monsignore Nino Di Stefano, per tutti don Nino, è il sacerdote del popolo, della gente, la sua gente. Le tante persone incontrate sul suo percorso, sul suo cammino spirituale, nelle tante realtà che in questi anni, oltre 50 di sacerdozio, per l'esattezza 53, e che hanno avuto l'onore e il piacere di averlo anche come guida, maestro, fratello. Il 22 aprile scorso ha festeggiato i suoi settantasette anni e, l'altro ieri, l'anniversario della sua ordinazione sacerdotale. Don Nino, vicario della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino e parroco di San Valentino a Ferentino, ha celebrato la messa solenne per l'anniversario della sua ordinazione sacerdotale ricevuta da Papa San Paolo VI il 17 maggio del 1970. Alla celebrazione hanno partecipato numerosi fedeli, il sindaco Piergianni Fiorletta, don Sergio Reali vicario foraneo della vicaria Ferentino-Supino, insieme ad altri sacerdoti.

Don Nino nell'omelia ha ringraziato il Signore per l'aiuto a vivere il cammino cristiano della comunità diocesana e parrocchiale. Ha raccontato dell'intervista rilasciata nei giorni scorsi al quotidiano "Avvenire" riguardo alle vocazioni e ha sottolineato: «il Signore non lascia il mondo senza sacerdote, senza eucarestia. Se un bambino non mangia, la mamma si preoccupa, lo porta dal medico, lo cura, e così è per la vita spirituale. Senza eucarestia non ci sarebbe più carità, più il cristiano. Il Signore vuole che noi preghiamo perché mandi operai nella sua messe, perché lui chiama sempre. La preghiera non manca. Cerchiamo di intensificarla. Quando vado a trovare i malati dico loro di offrire la sofferenza, ovviamente per loro e la famiglia, ma anche per il dono di nuovi sacerdoti e di quelli che lo sono già». Riferendosi poi alla famiglia ha aggiunto: «Se c'è armonia nella famiglia, se è sana e santa, e soprattutto se la casa è una chiesa, allora si vive bene. Non mettiamo l'io in tutte le cose, ma la D davanti all'io: Dio. Andiamo avanti con serenità. Certo, viviamo in un tempo difficile, ma cerchiamo di renderlo più facile. Il bene vince sempre sul male».

Monsignore Di Stefano ha tenuto a ringraziare tutti i presenti alla celebrazione e le persone incontrate sul suo cammino. Ha ricordato con commozione anche «i genitori, i familiari, don Luigi, scomparso di recente». Ha ringraziato «i bambini che hanno ricevuto domenica la Prima Comunione, don Sergio, don Fabio, don Stefano. Grazie al sindaco Piergianni Fiorletta, alle suore, al coro. Grazie a tutti e andiamo avanti con serenità perché il Signore ci ama, ci vuole bene, asciuga le nostre lacrime». A ottobre scorso sono terminati i lavori di una nicchia, nella chiesa di San Valentino a Ferentino, chiusa negli anni Settanta. Dopo le dovute autorizzazioni e la fine degli interventi, la nicchia è stata riaperta e il parroco ha creato una cappella delle reliquie dei santi, tra i quali beato Carlo Acutis, San Francesco, Santa Chiara, Santa Rita, Sant'Antonio di Padova, beata Troiani, beato Grimoaldo, San Guanella, San Paolo VI, San Leopoldo Mandic e tanti altri. «Pochi giorni fa due cittadini, come altri in questi mesi, mi hanno detto di aver trovato tanta forza, coraggio e serenità pregando davanti alle reliquie. Ognuno scelga un santo, lo studi».

Don Sergio Reali ha portato gli auguri a don Nino facendosi portavoce «di tutti i sacerdoti della vicaria, della diocesi e di quei giovani e persone incontrati nel tuo ministero. Don Nino tu hai una caratteristica che appartiene in maniera evidente a quella dell'esserci sempre. Tu ci sei sempre stato e ci sei sempre. Tanti hanno potuto sperimentare in molte circostanze il tuo farti dono, il tuo essere presenza affettuosa di quel Dio che sta sempre con noi. Sei stato per tanti come un padre, un fratello, un maestro. Grazie per il tuo servizio pastorale accanto a monsignore Ambrogio Spreafico, come collaboratore e vicario generale. Sei sempre stato presente nei momenti belli e tristi della vita di tanti, dando tanta forza, coraggio e serenità. Grazie e auguri don Nino».