Più i massi cadono e più cresce la paura. Un appello unanime a fare qualcosa, al più presto, si leva tra gli abitanti dei vicoli del centro storico. Ieri mattina i cittadini che abitano sotto il versante di Monte San Casto hanno espresso i loro timori alla troupe del Tg3 Rai, arrivata in città per realizzare un servizio sull'emergenza caduta massi. Sono in apprensione per le condizioni del versante collinare da cui nell'arco di nove mesi si sono staccati due macigni che avrebbero potuto provocare altrettante tragedie.

Il signor Domenico è preoccupato guardando quelle grosse rocce poco lontane da casa sua. Quei massi lì ci sono sempre stati, ma negli ultimi mesi vengono giù. L'ultimo in ordine di tempo è caduto lo scorso primo maggio a soli venti passi dalla porta della sua abitazione. Un grande boato, lo spavento e poi la scoperta del masso che ha terminato la sua spaventosa corsa in via Gelsi. L'area coinvolta è stata interdetta al transito e al passaggio, ma la paura tra chi abita nei paraggi resta alta.

La signora Gabriella parla dell'episodio precedente, il macigno di una tonnellata che nell'agosto del 2022 è finito sul campetto della curia vescovile. E che è ancora lì, sul campo, dove vige un'altra ordinanza di interdizione dell'area firmata dal sindaco Luca Di Stefano.
Sentimenti e considerazioni dei residenti sono di varia natura: c'è paura, apprensione, ma anche rabbia.

L'avvocato Francesco Venafro ha riferito della testimonianza di un suo cliente che abita proprio in via Gelsi e che da tempo ha segnalato agli uffici del Comune di Sora i danni subiti per la caduta di pietre di modeste dimensioni. Danni documentati da foto e per i quali alla fine del 2021 i carabinieri forestali hanno eseguito un sopralluogo nella zona. L'uomo, tramite il suo avvocato, ha chiesto formalmente l'immediata messa in sicurezza dell'intera costa sovrastante via Gelsi ed è preoccupato per il ritardo dell'intervento di messa in sicurezza del versante collinare.

Il timore della caduta di altri massi è palpabile. Qualcuno, studenti e giovani coppie, ha già disdetto il contratto e lasciato le abitazioni prese in affitto nella zona.
Il dirigente dell'ufficio tecnico, l'ingegner Tommaso Michele Secondini, ha ribadito che il Comune ha comunicato alla Regione Lazio il costo stimato dell'intervento necessario per scongiurare nuovi crolli e tranquillizzare tutti: due milioni di euro. E attende risposta. Ma intanto continua a piovere e il pericolo di nuovi crolli fa paura.