Massima attenzione per i due massi caduti nel centro storico a distanza di nove mesi l'uno dall'altro. Il primo episodio nell'agosto 2022 quando un macigno finì nel campetto della curia vescovile; l'ultimo lo scorso primo maggio in via Gelsi. Poteva finire in tragedia, ma fortunatamente in tutte e due i casi sulla traiettoria dei due massi non c'era nessuno.
Il sindaco Luca Di Stefano ha firmato l'ordinanza di divieto d'accesso nel primo tratto di via Gelsi, che resta sbarrata.
Intanto, dopo che il geologo incaricato dal Comune ha redatto la sua relazione sul rischio di ulteriori crolli, il dirigente dell'ufficio tecnico, l'ingegner Tommaso Michele Secondini, è in contatto con la Regione Lazio per stabilire come procedere a mettere in sicurezza il versante collinare soggetto al distacco di rocce che sovrasta la curia vescovile e via Gelsi.
«È chiaro che bisogna intervenire ed è stata quantificata la spesa - spiega Secondini - È necessaria una somma superiore a due milioni di euro per la messa in sicurezza dell'intero versante a ridosso del centro cittadino. Abbiamo già interessato la Regione, speriamo che prima possibile possa finanziare l'intervento».
«Oltre alla rimozione del masso caduto a maggio - continua il dirigente dell'ufficio tecnico - la stessa ditta incaricata ha rimosso anche un altro masso, più piccolo di quello caduto il primo maggio, che si era staccato e rischiava di venire giù».
Per delimitare la superficie d'intervento per la messa in sicurezza della zona, l'ingegner Secondini ha anticipato che verrà utilizzato un drone per fotografare la zona.
Sulle condizioni del versante collinare esiste già una perizia. Lo conferma l'ex dirigente dell'ufficio tecnico Gemmiti: «Nell'agosto 2022, quando cadde il masso nel campetto della curia, furono i tecnici del Genio civile a fare la perizia». «Noi oggi dobbiamo fare l'intervento - aggiunge Secondini - Si ipotizza di porre una barriera a ridosso di cose e persone. Il sindaco si è già attivato, ha scritto alla Regione, ora aspettiamo».