Sempre meno residenti nella città ernica, con la popolazione che scende - a partire dallo scorso 30 aprile - sotto la soglia dei 28mila abitanti. È questo il dato che emerge dai numeri dello Stato civile del Comune, che fotografano la situazione di una città, la terza della provincia, che da anni sta vedendo invertito il trend, passando dalla veloce crescita ad un altrettanto rapida decrescita. Colpa delle cancellazioni dovute a decessi e, soprattutto, emigrazioni, a fronte delle poche nascite che non riescono a reggere l'urto del segno meno.

Partiamo dall'ultima statistica disponibile: al 30 aprile scorso, ad Alatri abitano 27.992 persone. Più o meno, lo stesso numero di abitanti che c'era a fine anni ‘90: vuol dire che siamo tornati ai livelli di oltre 20 anni fa. Il decremento, fino a scendere sotto il "tetto" dei 28mila, si è concretizzato in questi ultimi mesi: al 1° gennaio di quest'anno, eravamo 28.125; al giorno 31 dello stesso mese, siamo passati a 28.084; nei tre mesi successivi (febbraio, marzo e aprile), la perdita di quasi altre 100 persone.

La parabola discendente è iniziata nel 2015, quando ad Alatri c'erano 29.124 residenti: da quell'anno, la freccia ha cambiato senso e, anziché salire sempre più su, ha preso decisamente la direzione opposta. Riferendoci poi, agli ultimi anni, ecco alcuni dati su cui riflettere: nel 2020, 551 emigrazioni per altri luoghi e 305 decessi; nel 2021, 527 emigrazioni e 311 decessi; nel 2022, 585 emigrazioni e 300 decessi; nei primi quattro mesi del 2023, 239 emigrazioni e 114 decessi. Come detto, queste cifre vengono parzialmente compensate dalle nascite, ma non in numero sufficiente per invertire la rotta e generare un segno positivo.

A parziale consolazione, aggiungiamo che anche altri centri della zona hanno i medesimi problemi e che Alatri è una di quelle realtà dove il fenomeno è meno evidente e meno forte. Va da sé che quella fatidica soglia dei 30mila abitanti, tante volte nominata, sognata e agognata, adesso è impossibile da raggiungere.