Un'idea nata nel periodo della pandemia, quando si è dovuto rinunciare, tra le altre cose, a godere della bellezza delle opere d'arte nei musei. È allora che l'artista Leonardo Antonucci ha pensato di creare un percorso all'aperto alla scoperta dell'arte presente in città. E così ha preso piede il progetto che ha portato alla pubblicazione, giovedì scorso, delle due mappe turistiche "Frosinone diffusa", nelle quali sono descritte le opere parietali a corredo dei palazzi storici della città. Si tratta di due guide dedicate ai palazzi appartenenti al periodo tra il 1920 e il 1945 e quelli appartenenti al periodo della ricostruzione, tra il 1945 e il 1960. Sul fronte le mappe che indicano la collocazione degli edifici, sul retro gli approfondimenti sulla storia dei palazzi e sulle opere parietali che li impreziosiscono.

L'artista, laureato all'Accademia di belle arti in Comunicazione e valorizzazione del patrimonio culturale, ha elaborato il progetto a partire dalla sua tesi di laurea, arricchendolo attraverso una attività di ricerca in biblioteche e archivi, tra i quali quello di suo padre, lo storico Francesco Antonucci. Le mappe sono state pubblicate dall'associazione di cui l'artista fa parte, Aars (associazione arte restauro e storia). «Ci tenevo a far convogliare i miei studi, i miei interessi e le diverse parti del mio percorso e della mia vita – ha detto Leonardo Antonucci – in un progetto che valorizzasse il territorio. Si sente spesso dire che a Frosinone non c'è niente, per cui queste mappe sono pensate per far scoprire le tante bellezze di questa città, girandola a piedi».

Una guida, dunque, che invita a soffermarsi sulle opere d'arte sparse per la città, che invita a esplorare quei tesori che sono sotto gli occhi di tutti ma davanti ai quali si passa distrattamente per vivere Frosinone come un vero e proprio museo diffuso. Le mappe saranno distribuite dall'associazione Aars e alcune copie sono state già acquistate dal Comune di Frosinone, dall'assessorato centro storico coordinato da Rossella Testa, per essere distribuite nei luoghi di aggregazione culturale della città.

La guida sui palazzi costruiti nel periodo 1920-1945 propone un percorso che parte dalla Casa della cultura, nell'edificio dell'ex mattatoio di via Ferrarelli, per poi spostarsi al palazzo dedicato a Pietro Tiravanti. Terza tappa il palazzo dell'Inail di viale Marconi, dove si può ammirare un affresco con una allegoria dello Stato. Poi palazzo Jacobucci, sede dell'amministrazione provinciale, il palazzo che ospita il liceo classico "Norberto Turriziani" di via Acciaccarelli, il dispensario provinciale antitubercolare e l'edificio costruito nel 1934 per ospitare l'organizzazione fascista Gioventù italiana del littorio. La seconda mappa, dedicata agli anni della ricostruzione parte dal palazzo della Banca popolare del Frusinate. L'edificio è stato realizzato tra via Marittima e via Tiburtina insieme a quello speculare edificato all'incrocio tra via Casilina e la stessa via Marittima, secondo un progetto di sviluppo urbanistico che ha dato vita al quartiere De Matthaeis.

Il tragitto alla scoperta delle bellezze della città prosegue verso il cinema Nestor, che custodisce preziosi bassorilievi. Terza tappa il palazzo degli uffici, che comprende gli uffici del Comune e un teatro-cinema. Continuando il percorso della mappa si arriva all'edificio che oggi ospita il Polo di Frosinone dell'Università di Cassino. Si prosegue, poi, verso piazza della Libertà, dove si trova il palazzo della Prefettura, che sorge nel luogo in cui il castello di Frosinone, sede del governatore e degli uffici amministrativi.

Restando in piazza della Libertà ci si sposta verso il palazzo delle Poste e telecomunicazioni, dove si può ammirare un mosaico raffigurante la storia delle telecomunicazioni, dal piccione viaggiatore ai tralicci. Il percorso si conclude a palazzo Evangelisti, sui cui portoni principali si possono ammirare degli sbalzi in rame. Le due mappe, dunque, offrono uno spunto per scoprire i tesori della città e soffermarsi a godere di tutte le sue bellezze a cielo aperto, che nella fretta della quotidianità si rischia di non notare.