Strutture sanitarie e infermieri: l'offerta aumenta ma sono sempre di meno i giovani che decidono di iscriversi a un corso di laurea in infermieristica. Negli ultimi anni questa figura ha riacquistato un ruolo centrale e fondamentale in termini di cura e assistenza. Grazie ai fondi del Pnrr la Regione Lazio sta implementando le strutture sanitarie relativamente all'introduzione di case e ospedali della comunità, investendo anche e soprattutto nella figura dell'infermiere di famiglia. Tuttavia i fondi sono utilizzabili esclusivamente per quanto riguarda le strutture e non per il personale. E proprio su questo aspetto è intervenuto il presidente dell'ordine di Frosinone Gennaro Scialò.

Oggi ci sono circa 3.000 unità impegnate tra pubblico e privato e 1.850 sono infermieri che lavorano nel pubblico. «I problemi veri li avremo già dal prossimo anno. In Ciociaria avremo bisogno dalle 100 alle 150 ulteriori unità. Ma sul mercato queste figure non ci sono». Nei corsi di laurea, infatti, sono diminuiti gli iscritti. «Purtroppo la professione non è molto appetibile a causa degli stipendi troppo bassi. Nonostante questo, rispetto alle altre province in Ciociaria l'affluenza non è bassissima: sono circa 800 gli studenti iscritti nei diversi corsi di Sora, Ceccano, Pontecorvo e Frosinone. Tutti distaccamenti delle Università La Sapienza e Tor Vergata. Con l'emergenza sanitaria, legata allo scoppio della pandemia, c'è stata l'esigenza di assumere sempre più infermieri da impiegare fin da subito. Un vero e proprio boom di assunzioni, anche se precarie». Continua Scialò: «Oggi però, sempre per quanto riguarda la provincia di Frosinone, oltre il 60% di infermieri precari sono stati stabilizzati. E ci auguriamo che entro il 31 di dicembre vengano stabilizzati anche gli altri. Sicuramente una buona notizia».

Dunque la carenza di personale c'è, anche se per il momento non si fa sentire molto ed è legata soprattutto al fatto che c'è poco ricambio generazionale. Senza dimenticare il problema delle aggressioni al personale infermieristico nei pronto soccorso. Spiega Gennaro Scialò: «Tutti problemi che abbiamo avuto modo di esaminare con la presidente della commissione regionale sanità Alessia Savo, che si è dimostrata propositiva. Sempre attenta e vicina alle problematiche. E abbiamo già iniziato un'interlocuzione fattiva».

La giornata internazionale
Una figura dunque centrale per l'intero sistema sanitario nazionale. «Dobbiamo riconoscere la giusta dignità a una figura professionale in grado di coordinare e intervenire in situazioni complesse, tanto quanto nella gestione del quotidiano – ha detto il presidente del Lazio Francesco Rocca in occasione della giornata internazionale dell'infermiere, celebrata ieri. A tutto il personale infermieristico del Lazio va la nostra gratitudine e la riconoscenza, viste le oggettive difficoltà che incontrano e su cui stiamo lavorando senza sosta». Sul piano nazionale all'appello mancano circa 70.000 infermieri. «Per risolvere questa situazione serve un grande Piano Marshall delle assunzioni – ha dichiarato Alessio D'Amato, consigliere regionale del Pd ed ex assessore alle sanità – Dobbiamo affrontare immediatamente i temi nevralgici, primo fra tutti come sovvenzioniamo il fondo sanitario, il cui livello minimo di finanziamento dovrebbe essere riconosciuto costituzionalmente. Perché o noi difendiamo la sanità pubblica, o le conseguenze saranno devastanti per la tenuta sociale del Paese». «In questi anni, grazie ai fondi del Pnrr, abbiamo progettato una rete sanitaria territoriale importante. Queste strutture avranno bisogno di personale, soprattutto per l'assistenza domiciliare –  ha aggiunto Sara Battisti, consigliera regionale Pd – Bisogna programmare da subito gli interventi necessari per le assunzioni e le stabilizzazioni degli infermieri. Non dimentichiamoci mai, di quelli che abbiamo definito giustamente eroi».