Cerca

L'allarme

Carcere al collasso. Inizia lo stato di agitazione

La Uilpa Polizia penitenziaria scende in campo: «La situazione continua costantemente a peggiorare e quello che si osserva è un reale deterioramento del sistema»

Carcere al collasso. Inizia lo stato di agitazione

Il carcere di Cassino

Situazione carceraria al collasso, dichiarato lo stato di agitazione nella casa circondariale di Cassino. L'ultimo dei numerosi episodi, solo in ordine di tempo, ha visto quattro agenti sequestrati da alcuni detenuti che hanno tentato una sommossa. Senza riuscirci. La Uilpa Polizia penitenziaria, segreteria locale, a seguito delle molteplici criticità del sistema penitenziario della casa circondariale di Cassino, ha deciso di proclamare lo stato di agitazione del personale di polizia penitenziaria. «Inutili sono stati infatti sino ad oggi tutti gli interventi presso gli organi competenti e si è letteralmente superata la soglia dell'umana tolleranza. La situazione continua costantemente a peggiorare e quello che si osserva è un reale deterioramento del sistema organizzativo ed operativo. Gli eventi critici crescono esponenzialmente e si è costretti a subire continui eventi critici dove il poliziotto, solo ed inerme, senza alcuno idoneo strumento di difesa è costretto a soccombere. La carenza di organico continua ad acuirsi».

La pianta organica (nel 2017) secondo l'amministrazione penitenziaria, per lo stesso istituto prevedeva una pianta organica composta da 162 unità distinte in 3 commissari, 13 ispettori, 19 sovrintendenti e 127 agenti/assistenti. L'attuale pianta organica, di contro, riporta: 107 unità, in cui si elencano ben 29 unità assenti (1 per lunga assenza, 13 a disposizione della Cmo e 2 in congedo ordinario residuo perché prossimi al pensionamento, 1 unità in distacco fuori sede e 14 unità in aspettativa elettorale). Ne consegue che la forza operativa si riduce oggi a 75 unità, di cui 27 fruiscono dei benefici della legge 104/92 mentre numerosi sono coloro che fruiscono della legge 151/01. «II 70% della forza operativa ha un'età anagrafica superiore ai 50 anni con anzianità di servizio superiore ai 30 anni e le numerose ripetute richieste per essere esonerati dai turni di servizio notturni non trovano alcun accoglimento. Identica situazione la si ritrova sul congedo residuo che non si riesce a smaltire in quanto lo stesso personale si vede costretto a dover rinunciare ai giorni di congedo e sempre più spesso anche ai riposi settimanali, per non parlare dei riposi festivi dove moltissimi si ritrovano in servizio 5 giorni festivi su 6 - spiega la sigla - Con i numeri succitati garantire un dovuto e dignitoso piano ferie appare un'impresa impossibile».

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione