Prima in carcere, poi agli arresti domiciliari, infine sottoposto all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, e ha sempre percepito, indebitamente, il reddito di cittadinanza. Queste le accuse per cui è finito a processo un trentenne, A. T. di Fiuggi.
L'udienza si terrà il 6 dicembre per sentire la moglie e discutere l'abbreviato. L'uomo, difeso dall'avvocato Antonio Ceccani, è accusato di aver percepito indebitamente il sussidio statale. I fatti risalgono a diversi mesi, che vanno dagli anni 2019 al 2021.

Stando alle accuse, nelle richieste del reddito di cittadinanza presentate a marzo 2019 e a ottobre del 2020, acquisite dall'Inps di Frosinone, al fine di ottenere indebitamente il sostegno economico, il trentenne ha omesso all'ente erogatore, di essere stato sottoposto alla misura cautelare in carcere nel 2019 e, successivamente alla misura cautelare degli arresti domiciliari da fine ottobre 2019 al 2020.

Ha omesso, sempre stando alle accuse, anche di essere stato poi sottoposto all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria lo scorso anno. Nell'istanza per l'ammissione al gratuito patrocinio a spese dello Stato presentata lo scorso anno, al Tribunale di Frosinone, nell'ambito del procedimento penale, avrebbe dichiarato, falsamente, di aver prodotto reddito pari a circa 6.000 euro per il 2020, laddove è risultato aver percepito redditi per oltre 9.000 euro.
Ora è finito a giudizio. L'udienza, come detto, si terrà il prossimo 6 dicembre nel tribunale di Frosinone.