Tutti attorno a mamma Federica, tutti attorno ai familiari di Thomas per rivendicare l'esigenza di avere risposte che abbiano il sapore della verità e la luce della giustizia.
Sono le 18 di ieri e, in piazza Santa Maria Maggiore, si ritrovano i ragazzi de "L'albero di Thomas", tanti giovani, poi famiglie e semplici cittadini: tutti convenuti qui, nel centro della città, a pochi passi dal luogo in cui si consumò il tragico delitto di Thomas. Perché non cali il silenzio sulla vicenda, perché le indagini prendano una piega diversa da quella assunta fino ad ora, perché sono trascorsi oltre tre mesi dal tragico evento che ha sconvolto la città e ancora non si conoscono i responsabili dell'agguato di via Liberio. Non è una manifestazione "contro", ma "pro".

C'è rispetto della legge, del lavoro degli inquirenti, c'è fiducia, ma sono tutti sentimenti che vanno corroborati, sostenuti, alimentati, perché il rischio è che - con il trascorrere del tempo - subentrino l'abitudine e l'oblio. Poi, ci sono i ragazzi da seguire, da aiutare, da far crescere, perché "L'albero di Thomas" ha messo questo come obiettivo primario davanti agli altri: non lasciare indietro i più piccoli, i più fragili, le fasce più giovani. Fumogeni e urla: "Giustizia" Durante il corteo, che si svolge dopo il rinvio di una settimana dovuto al maltempo, i ragazzi colorano la marcia con dei fumogeni e, avanzando, scandiscono i loro slogan a gran voce. Nessuna polemica ma la forte richiesta di "Giustizia". La parola più usata, più agognata, più desiderata. Thomas non c'è più e quella assenza pesa, anche a distanza di mesi. Fa rabbia sapere ancora liberi gli assassini. La gente sfila come accaduto in passato lasciando la scena principale a questi ragazzi.

Lo zio: "Vogliamo la verità"
Uno degli animatori e organizzatori del corteo è lo zio di Thomas, Lorenzo Sabellico, che sceglie la frase "Abbiamo bisogno di relazioni e non di dichiarazioni", per sottolineare che quel che serve sono i fatti, sotto il profilo giudiziario e quello delle azioni istituzionali. «Noi vogliamo la verità, solo la verità - chiosa ancora Lorenzo - perché la realtà ha bisogno di verità. E invito i ragazzi a scendere in piazza, in strada, perché è qui che si creano le relazioni, dal confronto vero e non da dietro una tastiera. Bello vedere le loro reazioni a queste mie parole». Prossimamente si svolgeranno altre iniziative, curate sempre da "L'albero di Thomas" in collaborazione con l'associazione "Radici". Il fine sarà sempre lo stesso: verità e giustizia. Per Thomas e per tutti i ragazzi di questa città.