È stato uno di quei docenti che si incontrano una sola volta nella vita di uno studente: quello che lasciava il segno, che ti entrava dentro e si trasformava in un esempio, in una guida, in un modello di umanità, cultura e professionalità. Antonio Fusco, scomparso nel 2018, ha rappresentato tutto questo per tutte quelle migliaia di studenti che ha incontrato e formato nel corso della sua lunga carriera accademica, segnata da importanti riconoscimenti.

È stato, infatti, il primo docente ordinario in Italia della cattedra di Psicologia dell'arte e della letteratura. Disciplina di cui era un'avanguardista e che ha insegnato per tanti anni all'Unicas. Fu una figura di altissimo profilo nel suo campo, nel quale si è distinto per il suo originale approccio di analisi ed interpretazione psicologica delle opere letterarie e filmiche, di cui mirava ad investigare la componente emotiva e motivazionale. Pochi giorni fa, la sua ricca eredità umana e culturale ha ottenuto il riconoscimento dell'enciclopedia Treccani, che ha omaggiato il docente Unicas con una pagina a lui dedicata.

«Ennesimo riconoscimento postumo per l'esimio professore Antonio Fusco, primo docente ordinario in Italia della cattedra di Psicologia dell'arte e della letteratura presso l'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale», scrive in una nota il senatore accademico Valerio Oliva, rappresentante degli studenti dell'associazione Primavera Studentesca.

Aggiunge: «L'istituto della enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti Treccani, famosa enciclopedia che testimonia l'identità culturale del popolo italiano, ha voluto rendere omaggio alla figura del professore Fusco annoverandolo nelle sue pagine con una descrizione densa di informazioni preziose. Numerose sono state le pubblicazioni dei saggi di psicologia della letteratura e per questo citate solo alcune rappresentative del suo percorso di vita e di studio sempre proteso verso l'amore per la conoscenza e per la vita stessa.

Letterato generoso ed instancabile ha permesso a tantissimi studenti dell'ateneo di Cassino di poter progredire nella loro crescita umana e professionale, ancora oggi si sente la sua mancanza e nonostante la sua dolorosa perdita, la Sua persona continua a dar lustro alla nostra Università».

La sua intensa produzione poetica (Parvenze e illusioni, 1992; Pensieri al tramonto, 1998; Plenilunio d'inverno, 2007; Fuochi fatui nella notte, 2009; Dikter, 2012; Inno alla luce, 2016), gli è valsa, tra le altre cose, ben due nomination per il premio Nobel per la Letteratura, e ricalca gli stilemi di Verlaine e leopardiani, riflettendo una visione lucida e pessimistica della vita, edulcorata spesso dalla gioia degli affetti e dalla contemplazione estatica della natura.