Una sentenza che arriva dopo otto anni. Anzi, dopo dieci dall'inizio dell'indagine. Tempi di una giustizia lenta? In questo caso a dir poco lumaca: la sentenza dei giorni scorsi nei confronti di un imprenditore del Cassinate era stata ipotizzata almeno 7 anni prima, visto che la scelta del rito abbreviato da Codice prevede una risoluzione entro 45 giorni. Una lungaggine da record. La storia finita davanti al giudice di Cassino riguarda un imprenditore indagato nel 2013 per ricettazione. Dopo alcuni controlli effettuati dalle forze dell'ordine nell'attività che insiste nella zona industriale della Valle dei Santi (nel frattempo ceduta a un terzo), il professionista viene accusato di aver acquistato abiti da bambino per 50.000 euro ma che lo stesso valuterà (da fattura) per circa 10.000. E inizia la battaglia.

Il cinquantenne, assistito dall'avvocato Giuseppe De Giorgio, sicuro di essere in possesso di tutta la documentazione necessaria e volendo chiudere tutto in tempi celeri opta per un rito abbreviato. Un procedimento speciale che nell'arco massimo di 45 giorni dovrebbe "sciogliere i nodi", mancando il dibattimento in tribunale: un grosso risparmio di tempo. E con un'altra possibilità: in caso di condanna, è infatti prevista anche una riduzione della pena.

Fatto sta che, dopo la discussione che ha avuto luogo cinque anni fa, la questione prende una piega imprevista.
Allo stop forzato del Covid che rallenta tutto, infatti, si aggiunge una richiesta di integrazione probatoria per verificare se la fattura risultasse registrata nelle scritture contabili e se l'assegno con cui era stata pagata la merce fosse stato incassato. A sollevare alcune eccezioni è stato proprio l'avvocato De Giorgio che, oltre a evidenziare un eccesso di delega delle forze dell'ordine intervenute, ha anche richiesto di ascoltare un testimone-chiave.

Ponendo in luce, inoltre, che l'indagine non era andata stata meticolosa, andando a ritroso nel tentativo di ricostruire la filiera dei venditori della merce - che pare provenisse da Milano, ma che era stata acquistata prima a Napoli e ancora prima da un altro grossista - ma si era "focalizzata" solo sull'ultimo anello (l'imprenditore cassinate) che tra le altre cose era in possesso dei documenti. Il testimone-chiave da ascoltate resta inoltre introvabile per tre anni. Poi depone e spiega alcune questioni importanti. Il pm chiede il non luogo a procedere e l'imprenditore viene sì assolto. Ma per sopraggiunta prescrizione.