Omicidio Willy, processo d'appello atto secondo.
Dopo il rinvio della precedente udienza per una diversa composizione della giuria popolare, oggi si ricomincia. Attese le mosse della difesa che assiste i quattro condannati, in primo grado dalla Corte d'assise di Frosinone, i fratelli Gabriele e Marco Bianchi all'ergastolo, Francesco Belleggia a 23 anni e Mario Pincarelli a 21 anni. Tutti di Artena sono accusati di omicidio volontario per aver provocato, la morte a 21 anni, nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 a Colleferro, del cuoco di origini capoverdiane, residente a Paliano, Willy Monteiro Duarte, insignito dal capo dello Stato Sergio Mattarella della medaglia d'oro al valor civile.
Le difese chiederanno la rinnovazione del dibattimento con riferimento alla perizia medico-legale ma anche ai testimoni che ritengono esser stati in un certo senso condizionati dal grande clamore mediatico che la vicenda ha avuto. Dall'altra parte a sostenere l'accusa ci sarà lo stesso pubblico ministero di Velletri, Francesco Brando, che ha sostenuto l'accusa davanti alla Corte d'assise di Frosinone e pronto a chiedere la conferma delle condanne. Per le parti civili (la famiglia Willy Monteiro si è costituita con gli avvocati Domenico Marzi e Vincenzo Galassi) ci saranno analoghe conclusioni.
Per cui la partita è tutta concentrata sulle mosse degli avvocati degli imputati. Tra le strategie difensive c'è quella di eccepire la nullità del decreto che ha disposto il giudizio immediato per la mancata allegazione delle fotografie dell'autopsia e della denuncia di Samuele Cenciarelli, l'amico che provò a difendere Willy e vittima anch'egli dell'aggressione. A fine dicembre, a tutti e quattro i ragazzi di Artena è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari per le lesioni a Cenciarelli. Nei ricorsi per l'appello, peraltro, i difensori hanno insistito sulla mediaticità del caso, dall'inizio da quando ci fu il delitto e i conseguenti arresti fino alla sentenza del 4 luglio 2022. Gli avvocati Vanina Zaru, Valerio Spigarelli, Ippolita Naso, Vito Perugini e Loredana Mazzenga puntano all'assoluzione o a far cadere l'accusa più grave di omicidio volontario.
La Corte d'assise presieduta dal giudice Francesco Mancini, l'estensore della sentenza, con a latere l'altro togato Chiara Doglietto, nelle motivazioni ha scritto, tra le tante cose, che: «l'irruzione dei fratelli Bianchi... fungeva da detonatore di una cieca furia la cui miccia era evidentemente già accesa negli animi del Belleggia e del Pincarelli». Per aggiungere come «i quattro si compattavano a falange ed avanzavano in modo sincrono, impattando contro il corpo del povero Willy... Ed è proprio in quel momento che egli veniva colpito da Gabriele Bianchi con un violentissimo calcio frontale al petto portato con tecnica da arti marziali che lo sbatteva contro un'auto in sosta. Ed il tentativo del povero ragazzo di rialzarsi veniva respinto dapprima con un pugno del medesimo Gabriele Bianchi mentre il fratello con un calcio neutralizzava il tentativo di Cenciarelli di correre in aiuto di Willy e, poi, da calci e pugni inferti da tutti e quattro gli imputati, finanche mentre il ragazzo era inerme a terra; il tutto nel brevissimo volgere di pochi secondi».