Il bicchiere mezzo pieno è rappresentato dal fatto che per il 2023 non ci sarà l'emergenza rifiuti in provincia di Frosinone. Mentre il bicchiere mezzo vuoto è l'inevitabile aumento dei costi. Per il conferimento dell'immondizia presso l'impianto Tmb della Società Ambiente Frosinone di Colfelice, conseguenza del fatto che i rifiuti vengono smaltiti da ormai sei mesi (e continueranno ad esserlo) nei termovalorizzatori della Lombardia e dell'Emilia Romagna. In sostanza le spese sono già cresciute sia per la Saf che per i Comuni. La conseguenza è che aumenteranno le bollette. Per i cittadini, le famiglie, le imprese. D'altronde il punto vero è rappresentato dalla mancanza di una discarica in Ciociaria, da ormai due anni. E nel Lazio la situazione non è migliore.

Il ruolo della Saf
La Società Ambiente Frosinone è riuscita a raggiungere degli accordi in base ai quali i rifiuti prodotti in Ciociaria (200-230 tonnellate al giorno) continueranno ad essere smaltiti per tutto il 2023 nei termovalorizzatori del Nord Italia, precisamente della Lombardia e dell'Emilia Romagna. Fino a novembre 2022 è stato possibile conferire l'immondizia presso la discarica di Viterbo, poi non più. Ed è evidente come i costi per il trasporto influiscono moltissimo sulle tariffe. Senza considerare l'inflazione e l'aumento dei prezzi a causa della guerra in Ucraina. Il meccanismo della rivalutazione Istat, per esempio, è un parametro oggettivo. Più volte la Saf ha messo nero su bianco questa situazione. A maggio ci sarà la convocazione dell'assemblea dei soci (i 91 Comuni della provincia) per l'approvazione del bilancio. In quella sede dovrà essere fatta una riflessione seria e approfondita.

La stangata
La Direzione del ciclo dei rifiuti della Regione Lazio, con una determinazione dello scorso 24 febbraio, ha comunicato che la tariffa che i Comuni della provincia di Frosinone dovranno pagare per conferire l'immondizia presso l'impianto Tmb della Società Ambiente Frosinone di Colfelice, è passata da 138,68 a 161,47 euro a tonnellata: vale a dire +16,43%. Inoltre l'aumento è retroattivo perché la tariffa di accesso verrà rivalutata con decorrenza 1° gennaio 2020, «al netto dell'ecotassa, del benefit ambientale e dell'Iva (se e in quanto dovuti)». L'aumento da 138,68 a 161,47 euro nasce dall'istanza di aggiornamento che la Saf aveva presentato il 22 dicembre 2021. E quindi in un periodo precedente a novembre 2022, quando cioè è iniziato lo smaltimento dei rifiuti prodotti in Ciociaria nei termovalorizzatori della Lombardia e dell'Emilia Romagna. Con spese di trasporto e smaltimento maggiori quindi. In questi mesi, infatti, i costi per lo smaltimento sono ulteriormente aumentati, il che significa che ci saranno altri ritocchi al rialzo della tariffa di conferimento per i Comuni. Tornando alla rivalutazione Istat, per il 2023 il costo è già arrivato a 186 euro a tonnellata. Va pure considerato che i rifiuti vengono sottoposti a trattamento presso l'impianto Tmb della Saf a Colfelice. E questo evita ulteriori aumenti della tariffa, che infatti altrove è più alta. Ma il nodo più importante da sciogliere resta quello dell'individuazione di una discarica. Un passaggio fondamentale, che rientra nelle competenze della Provincia e della Regione. Un'emergenza che riguarda tutto il Lazio. Però al di là degli annunci e delle buone intenzioni, non ci sono novità operative vere a nessun livello.

Il ruolo degli enti
La Provincia e la Regione hanno competenze specifiche sulla materia dei rifiuti. Nell'individuazione dei siti idonei per ospitare una discarica di servizio e per la scelta dello stesso. Circa un mese fa i consiglieri provinciali della Lega Andrea Amata e Giuseppe Pizzuti rilevarono in una nota: «Invitiamo il presidente della provincia di Frosinone che rappresenta tutti e 91 i Comuni, a convocare un consiglio provinciale aperto, nel quale si discuta del ciclo rifiuti, dell'individuazione della nuova discarica visto che al momento siamo scoperti, e di tutte le altre questioni relative all'argomento, anche l'Egato, finanziato dalla Tari, quella tassa che pagano i cittadini, che è il risultato dei costi di gestione per lo smaltimento e nella quale rientra anche l'aumento deciso dalla Regione. Una questione di assoluta urgenza, che va affrontata subito. La Provincia, ente d'area vasta, porti di fronte alla Regione Lazio l'istanza che arriva dai nostri cittadini: essere tutelati, avere gli stessi diritti degli altri, pagare un servizio il giusto». Il consiglio provinciale sul tema non è stato convocato. Il nodo cruciale è rappresentato dalla mancanza di una discarica. L'11 novembre 2022 la Saf, in una comunicazione alla Regione e alla Provincia, sottolineava: «Contestualmente, si invitano le Amministrazioni in indirizzo a voler valutare ogni iniziativa perequativa in grado di garantire un sollievo economico rispetto al crescente aumento dei costi che - inevitabilmente - finiranno col gravare sulla tariffa di accesso al nostro impianto, sopportata dai Comuni della provincia di Frosinone». Insomma, sulla questione dei rifiuti si continua a decidere di non decidere. L'emergenza per tutto il 2023 non ci sarà quindi, ma il costo (letteralmente) sarà altissimo.