Muore dopo l'assunzione di un farmaco, riaperte le indagini. La vittima, Gregorio Tedeschi, 57 anni di Cassino, operaio edile (per diversi anni in Francia, poi tornato a casa, a Sant'Antonino) era morto nel dicembre del 2018 dopo l'assunzione di un antibiotico. Una morte a seguito della quale era stata già disposta un'autopsia, poi la richiesta di archiviazione. Invece i familiari della vittima, affidandosi all'avvocato Giuseppe Marino, hanno presentato opposizione: una morte troppo strana, vista l'assenza di pregresse allergie. E il gip ha accolto la richiesta, dopo le forti istanze dei suoi cari. Così l'indagine si riapre. Sotto la lente, la presunta responsabilità di un medico e di altri due professionisti. Il gip ha chiesto l'integrazione della consulenza, con il termine a 60 giorni.

La vicenda
Una piccola difficoltà respiratoria, qualche colpo di tosse. Forse una leggera bronchite: questo l'inizio di quella che a Gregorio pareva essere una normale influenza. Per questo aveva pensato di curare subito quei leggeri sintomi divenuti, però, un po' più insistenti: per questo, dopo un consulto medico, era passato all'assunzione di un antibiotico che - però - gli è risultata fatale. Una notizia che aveva scioccato tutti: amici, parenti, vicini di casa. Gregorio non soffriva di alcuna conclamata malattia né aveva mai mostrato particolari intolleranze.

E invece l'iniezione di un antibiotico non gli ha lasciato scampo: improvvisa e inattesa la morte del cinquantasettenne dopo l'assunzione della molecola letale. Uno shock anafilattico fortissimo. Per questo la famiglia ha chiesto di andare fino in fondo per capire se le cure siano state adeguate, se doveva essere ricoverato, se - ad esempio - la somministrazione di adrenalina avrebbe potuto fare la differenza e se sia stata somministrata. Accolgliendo le tesi della famiglia, supportate dall'avvocato Marino, il gip ha riaperto il caso offrendo la possibilità che venga fatta finalmente chiarezza sulla prematura morte dell'operaio.