Stanchi, arrabbiati e anche delusi. I familiari di Thomas Bricca rompono il silenzio sulle indagini in corso e chiedono, con forza ed energia, una svolta dell'inchiesta, ossia risultati tangibili. Tante volte hanno ascoltato e letto che novità importanti erano in arrivo, tante volte hanno avuto rassicurazioni, ma puntualmente le aspettative sono state frustrate dalle mancate conseguenze, ovvero dagli arresti.

Stavolta, la madre e lo zio di Thomas, Federica e Lorenzo Sabellico, non si affidano ad un veloce post su Facebook, ma consegnano il loro pensiero a messaggi più articolati. E viene annunciata anche una manifestazione di protesta per sensibilizzare l'opinione pubblica e gli investigatori. La prima a parlare è la mamma di Thomas: «Siamo stati finora estremamente collaborativi e corretti verso gli inquirenti. Attraverso il nostro avvocato e anche direttamente, abbiamo dato loro tutte le informazioni che potevamo dare.

Abbiamo dato la massima fiducia al lavoro della Procura e abbiamo rispettato la decisione di non condividere con la nostra difesa e con i periti da noi nominati, i dati investigativi contenuti nei cellulari sequestrati. Noi continuiamo a rispettare e ad avere fiducia nella giustizia, ma a questo punto chiediamo che l'intera macchina della giustizia si muova. Se la Procura di Frosinone, pur avendo dato il massimo impegno, non è riuscita a raggiungere alcun risultato a distanza di mesi, ci domandiamo se, a questo punto, un intervento della Procura Generale possa essere di aiuto e di ulteriore stimolo per le indagini».

Sempre la madre: «Non è possibile che un efferato omicidio, commesso in un contesto noto, in cui i protagonisti sono ben conosciuti dagli investigatori, resti senza colpevoli o meglio, con i colpevoli in totale libertà. L'iscrizione al registro degli indagati inizialmente ci sembrava una svolta. Ad oggi, passati altri mesi senza risultati concreti, ci pare sempre più un atto sterile, quasi burocratico, che non ha spostato di una virgola la realtà dei fatti».

Anche lo zio del ragazzo ucciso è categorico: «Siamo davvero stanchi, oltre al fatto che stiamo attraversando da mesi periodi veramente difficili. Non è più il tempo delle parole, ne abbiamo sentite tante, troppe, ma dei fatti. Da giorni non abbiamo nessun riscontro né informazioni, nonostante ci avessero rassicurato che la svolta era imminente. Adesso organizzeremo una manifestazione di protesta, con il giusto rispetto e nei limiti della legge. Di protesta? Sì, sarà di protesta. Per chiedere un intervento della Procura Generale. E se servirà, chiameremo in causa anche il ministro della Giustizia. Thomas merita verità».
Tra una settimana, infine, inizieranno le operazioni per estrapolare i contenuti di altri tre cellulari posti sotto sequestro.