Ascensore inclinato, ora lo scontro si fa politico. La minoranza, praticamente tutta in blocco (con l'eccezione del consigliere dei socialisti Vincenzo Iacovissi), fa quadrato e chiede al Comune di ripensare l'idea della doppia linea dell'impianto di collegamento con i fondi del Pnrr. A sua volta il sindaco Riccardo Mastrangeli risponde picche, sostenendo che i soldi ci sono e saranno spesi per quell'intervento che riguarda la mobilità sostenibile.
La premessa
Tutto nasce dal carteggio tra l'amministrazione comunale e l'Anac con riferimento all'appalto sul trasporto pubblico che comprende anche l'ascensore inclinato, servizio quest'ultimo mai ripartito. Da qui i rilievi, ma non solo per questo, dell'Anac e le risposte del Comune. Tra la documentazione c'è una perizia dell'attuale gestore del servizio, la Cialone Tour che parla di vizi di costruzione che renderebbero impossibile riattivare il servizio tra via Moro e piazzale Vittorio Veneto. La perizia si inserisce tra le risposte della Cialone alla «formale contestazione» da parte del Comune che chiedeva la riattivazione dell'ascensore inclinato. Cialone, infatti, ha replicato all'ente con la perizia dell'ingegner Claudio Gregori. L'ascensore inclinato (preso in consegna solo il 14 gennaio 2021 e quindi a mesi di distanza dall'avvio del servizio del trasporto urbano), presenta, secondo la perizia commissionata da Cialone, vizi strutturali: «di progettazione e di esecuzione e che, pertanto, non possono essere risolti con una normale manutenzione straordinaria». Secondo l'ingegnere il collegamento meccanizzato non può ripartire se non dopo «un accurato progetto che preveda opere sostanziali e necessarie per eliminare i vizi strutturali di base». Il Comune, di fronte a questi scenari, ha fatto sapere all'Anac di aver «necessità, sorta sulla base dell'analisi della perizia tecnica acquisita, di un ulteriore approfondimento istruttorio, stante l'alta probabilità di un'azione giurisdizionale da parte dell'affidatario a seguito della possibile risoluzione contrattuale». Da qui l'opportunità di procedere, secondo il Comune, con la «richiesta di accertamento tecnico preventivo». In tutto questo, però, l'ascensore resta fermo.
L'attacco dell'opposizione
In tale contesto si inserisce la richiesta di ordine del giorno firmata dai consiglieri di minoranza Domenico Marzi, Carlo Gagliardi, Alessandra Mandarelli, Armando Papetti, Norberto Venturi, Fabrizio Cristofari, Angelo Pizzutelli, Claudio Caparrelli, Andrea Turriziani e Francesca Campagiorni. In premessa i consiglieri ricordano come «i presunti vizi, perché, malauguratamente, non è mai stato effettuato un accertamento tecnico preventivo volto a verificare le inefficienze dell'impianto da contestare alla ditta appaltatrice, sono tutti da dimostrare, ed è certo comunque che, solo nel maggio del 2022, viene interpellata un'azienda nazionale, la Maspero Elevatori, che rappresenta come l'intervento di manutenzione straordinaria possa essere risolutivo» con 136.000 euro.
Il riferimento è al preventivo della Maspero, dopo un sopralluogo alla struttura. Tuttavia, è la stessa ditta a scriverlo, nel corso delle operazioni, «non è stato possibile movimentare l'impianto per mancanza di alimentazione di rete» per cui «non è stato possibile eseguire alcuna prova tecnica». Marzi e gli altri consiglieri osservano, comunque, che la somma richiesta è «irrisoria rispetto a quella ipotizzata nella richiesta di finanziamento del Pnnr, essendo peraltro ingiustificato il raddoppio dell'impianto in una città di 44.000 abitanti che, purtroppo in centro storico non ha significativi richiami». Inoltre, quanto ai motivi che hanno giustificato la richiesta del finanziamento, i consiglieri d'opposizione sostengono che «è evidente che la richiesta del Comune di Frosinone nulla abbia a che vedere con la rigenerazione urbana, volta a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale, atteso che nella stazione di arrivo nella parte alta, ubicata in piazza Vittorio Veneto, sotto la prefettura, e a ridosso del palazzo del Comune di Frosinone, dove, parlare di "degrado sociale" è certamente risibile. Altrettanto dicasi per la stazione di partenza, a ridosso di via Aldo Moro, che rappresenta centro nevralgico dal punto di vista commerciale». Per la minoranza «sarebbe stato interessante richiedere un diverso finanziamento» e «ipotizzare una pista ciclabile lungo il fiume Cosa, a ridosso dell'impianto di risaluta dell'ascensore inclinato». E ancora: «per superare la selezione del progetto del Pnnr si dovrà avere la capacità di dimostrare che gli interventi finanziati portano a risultati tangibili e sufficientemente rilevanti». Da qui la proposta di ordine del giorno o mozione e la richiesta al sindaco, alla giunta e ai consiglieri di maggioranza di rinunciare «alla fantasiosa ipotesi del raddoppio dell'impianto di risalita, facendo ricorso ad altre forme di finanziamento per garantire l'efficienza ed il funzionamento del vecchio impianto». In caso d'accoglimento della proposta, la minoranza si dice pronta «ad avere atteggiamento positivi nei confronti dell'approvazione del bilancio, a condizione che vengano riconosciuti i pagamenti dei debiti accertati con sentenze (vedi Geaf) ed accantonati gli importi per affrontare serenamente l'eventuale consolidamento del debito nei confronti di Delta Costruzioni, previa rinuncia alla discutibile azione civile promossa verso amministratori e tecnici».
Il sindaco
Riccardo Mastrangeli fa una serie di obiezioni sulla proposta dell'opposizione. «Il finanziamento rientra nel capitolo della mobilità sostenibile e non in quello del decorso urbano». Il sindaco evidenzia che «l'assunto secondo cui la richiesta di finanziamento per l'intervento sull'ascensore "nulla abbia a che vedere con la rigenerazione urbana, volta a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale" oltre ad essere contraddetto dai provvedimenti del ministero dell'Interno che hanno ritenuto ammissibile la richiesta risulta contraddetto dalle stesse indicazioni ministeriali». In base a queste, «l'investimento può riguardare diverse tipologie di azioni quali appunto interventi per la mobilità sostenibile». Per il sindaco, peraltro, «risulta anche contraddittorio il comportamento di chi da un lato invoca atti e provvedimenti per il ripristino dell'ascensore e allo stesso modo propone ora la rinuncia a fondi pubblici che andrebbero spesi diversamente sacrificando un progetto di mobilità sostenibile». Mastrangeli ribadisce poi, quanto alla progettazione, che «i soldi sono in cassa» che «il denaro non può essere finalizzato ad altro progetto» e che «non ho chiesto il finanziamento per l'attuale ascensore inclinato ma per un altro impianto che avrà le più moderne tecnologie di risparmio energetico».