È iniziato con una raffica di eccezioni e contestazioni il processo all'ex direttrice del carcere di Paliano Nadia Cersosimo. Ad accusare la dirigente, davanti al tribunale di Frosinone, sono stati due agenti della polizia penitenziaria che hanno parlato di mozzarelle inviate dai parenti dei detenuti e di viaggi con l'auto di servizio anche di parenti della direttrice. Accuse contestate dalla difesa che fa leva sull'inutilizzabilità di foto e video fatti all'interno della struttura carceraria e sulla circostanza che i viaggi di servizio erano autorizzati. Il legale ha presentato un'eccezione di inutilizzabilità degli atti per il segreto di Stato, essendo reclusi a Paliano collaboratori di giustizia. Eccezione che il presidente del tribunale ha rigettato.

«Ho visto cose che non ero abituata a vedere, non regolari - ha riferito la prima teste che arrivava dal carcere di Como - Distoglieva i colleghi dal servizio per andare a prendere nipoti e sorelle con l'auto di servizio alla stazione di Colleferro». L'ispettrice ha accennato a «cartoni di mozzarella inviati dai parenti dei detenuti al direttore». Così l'agente ha chiesto un incontro al provveditore al quale ha verbalizzato un esposto. Riferito di un viaggio al Vaticano. Poi ha aggiunto di esser stata spostata in portineria «per ordine del direttore, purtroppo per lei è stato un errore». Perché da lì, ha spiegato, ha assistito a quanto denunciato.

La stessa, come anche il collega sentito dopo, ha riferito che dopo le loro segnalazioni contro i detenuti «i rapporti disciplinari non andavano avanti». Il secondo teste ha riferito che il «provveditore si mise le mani in testa» dopo averlo ascoltato. Quindi ha aggiunto di «regalie, come mozzarelle, cesti e orchidee che non andavano verso l'area detentiva ma verso la direzione». Le mozzarelle, in un caso, furono divise tra gli agenti. L'agente ha parlato dell'uso, definito «improprio» dell'auto di servizio. Accennando anche a un'uscita per la spesa.