Le novità erano attese tra marzo e aprile. E le aspettative non sono state disattese. Nella giornata di domani, infatti, la Conferenza Stato-Regioni prenderà in esame lo schema di decreto del ministro della Salute, di concerto con il ministro delle Infrastrutture e Trasporti e il ministro dell'Economia e delle Finanze concernente il finanziamento di interventi infrastrutturali a favore di presidi ospedalieri e strutture sanitarie pubbliche delle province di Latina e Frosinone.

Si tratta di 35 milioni di euro (5 per il 2023 e 10 l'anno per il 2024, 2025 e 2026) che saranno destinati agli ospedali di Frosinone, Cassino e Formia derivanti da un specifico emendamento alla Legge Finanziaria presentato dall'onorevole Nicola Ottaviani (Lega). Sarà, poi, compito della Regione Lazio presentare al Ministero della Salute uno specifico programma di utilizzo delle risorse autorizzate per interventi infrastrutturali per i presìdi ospedalieri e le strutture sanitarie pubbliche delle aziende sanitarie delle province di Latina e di Frosinone per ottenere la necessaria approvazione.

Successivamente, la Regione, ricevuta dal Ministero della Salute comunicazione della valutazione positiva del programma presentato, trasmetterà al Ministero stesso, per il parere tecnico di competenza del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici, uno studio di fattibilità per ogni singolo intervento predisposto dalle Aziende Sanitarie unitamente al relativo atto regionale di approvazione.

Con lo stanziamento dei 35 milioni in quattro anni per l'edilizia sanitaria delle province di Frosinone e Latina, finalmente, si potrà procedere al raddoppio dell'ospedale di Frosinone, di quello di Cassino e all'adeguamento strutturale di quello di Formia, attivando subito le progettazioni ed i primi lavori. Si realizzerà, così, l'ampliamento delle strutture pubbliche, con la possibilità di far fronte contemporaneamente alle differenti tipologie di patologie, garantendo la dignità e la centralità alla figura del paziente.

L'intervento è, infatti, finalizzato a creare le condizioni per una effettiva tutela dell'esercizio del diritto alla salute, in ordine alle prestazioni sanitarie erogate dalle strutture pubbliche del basso Lazio, con particolare riferimento agli ospedali di Frosinone, Cassino e Formia, che insistono su un bacino di potenziale accesso di circa 650.000 pazienti/abitanti. Per avere un parametro di riferimento, sull'impatto socio-sanitario del fenomeno, si consideri che l'intera, e più vicina, regione del Molise, secondo i dati Istat, conta ad oggi circa 305.000 abitanti.

L'esiguità degli spazi e delle superfici interne attualmente realizzate, purtroppo, ha costretto di sovente, alla conversione, ex abrupto, dei reparti ordinari della sanità pubblica e, segnatamente, dei tre nosocomi che saranno beneficiari dei fondi, in strutture destinate esclusivamente alla cura ed ospedalizzazione di pazienti portatori di un numero esiguo di patologie, con il rinvio delle prestazioni cosiddette generaliste ovvero per le patologie ordinarie a periodi successivi, spesso indeterminati ed inconciliabili con i Lea (livelli essenziali di assistenza sanitaria), generando liste di attesa nel basso Lazio ripetutamente censurate dal Ministero della Salute, oltre che dalle istituzioni europee.

Questa situazione, de plano, si è determinata non solo a seguito della precarietà dei profili e delle unità professionali presenti negli ospedali, ma anche e soprattutto in conseguenza della carenza di spazi ovvero di padiglioni, sotto il profilo dell'edilizia sanitaria. Gli ospedali di Frosinone, Cassino e Formia, del resto, dal punto di vista edilizio, presentano considerevoli spazi pertinenziali esterni, prontamente destinabili all'ampliamento edilizio delle attuali strutture sanitarie, attraverso l'utilizzo degli standard di cui le aree in esame sono già dotate e senza ricorrere all'individuazione di nuovi siti diversamente dislocati, permettendo una concentrazione in loco delle cittadelle della salute ed una contestuale separazione edilizia più consona dei reparti o padiglioni.

Questi ultimi, inoltre, potrebbero essere destinati ad ospitare i locali per le prestazioni dell'attività intramoenia del personale medico della struttura pubblica, che consentirebbero una contiguità importante nell'offerta sanitaria. In più, le notizie che arrivano in questi giorni sulla recrudescenza della diffusione del nuovo

Coronavirus rendono ancora più stringente l'esigenza di avere altri spazi per gestire meglio eventuali picchi di contagio e il normale flusso delle altre prestazioni ospedaliere, considerando che nel recente passato, almeno a Frosinone, in piena pandemia, c'è stata una riconversione difficile e, spesso, critica con la specializzazione degli ambienti ospedalieri in ambito pandemico da Sars-CoV-2, con il contemporaneo effetto di un evidente rallentamento, se non, addirittura, della cancellazione, di fatto, di cure e assistenze per le altre patologie, soprattutto quelle per le quali sono necessari percorsi diagnostici e terapeutici di una certa durata e complessità. Adesso, non resta, quindi che aspettare il completamento dell'iter di assegnazione dei fondi alla Regione Lazio con vincolo di destinazione per l'investimento sugli ospedali di Frosinone, Cassino e Formia.