Si prospettano risarcimenti stellari per gli acquirenti delle unità abitative - almeno una trentina - dell'ex mercato coperto, sottoposto a sequestro preventivo nell'ultima maxi inchiesta della Guardia di finanza. Le indagini di polizia giudiziaria - coordinate dal pm Mattei - eseguite dai finanzieri del Gruppo di Cassino avrebbero consentito in primis di acquisire elementi circa l'ipotizzata istigazione alla corruzione perpetrata nei confronti di un consigliere di maggioranza del Comune di Cassino, all'epoca anche presidente della Commissione consiliare lavori pubblici (Tommaso Marrocco) allo scopo di indurlo ad attivarsi, anche presso il sindaco Salera, affinché fosse affidato a una società l'appalto per l'efficientamento energetico da parte del Comune.

«Al fine di ottenere quanto richiesto, al consigliere comunale sarebbe stata offerta una remunerazione in denaro, non meglio quantificata, ovvero la possibilità di gestire le assunzioni di personal locale da destinare ai lavori di efficientamento energetico. Offerta rifiutata» avevano spiegato dal Comando provinciale delle Fiamme gialle. In questo primo filone, si sarebbe poi innestato un secondo troncone relativo all'ipotesi investigativa di costruzione abusiva di un complesso immobiliare in pieno centro cittadino (quello dell'ex mercato coperto) e la successiva vendita degli immobili realizzati. Complesso per il quale, per un periodo (circa quattro mesi) Fontana risultò direttore dei lavori. Proprio l'imprenditore cassinate Salvatore Fontana, insieme all'ex presidente della Regine Molise Paolo Di Laura Frattura e all'imprenditore di Cesena, Stefano Amadori, risultano i destinatari delle misure cautelari differenti che vanno dal divieto di dimora nel territorio del Comune di Cassino all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria fino al divieto di esercitare per un anno qualsiasi attività d'impresa. E che nelle prossime ore potrebbero essere ascoltati.

Il fil rouge da seguire è sempre quello politico, che tiene insieme le contestazioni differenti, avanzate nei confronti di persone diverse (tra amministtatori, tecnici e imprenditori del Cassinate). E che porta anche alla truffa del cosiddetto "sisma bonus": non solo adesso le vittime potranno presentare richiesta di risarcimento e danno. Ma l'altra faccia della medaglia è rappresentata da tutta la filiera economico-produttiva legata alla compravendita degli appartamenti: falegnami, negozi di arredamento e di elettrodomestici a cui gli acquirenti si sono rivolti anche per stipulare finanziarie. E che hanno ricevuto già numerose richieste di recessione o disdetta. Per le Fiamme gialle per l'ex mercato coperto si sarebbe proceduto «usufruendo indebitamente di erogazioni pubbliche derivanti dal cosiddetto "sisma bonus acquisiti"».

Le vittime - tra cui imprenditori, funzionari di banche, sindaci e avvocati - sarebbero state tratte in inganno da ampie rassicurazioni sulla conformità degli immobili alla normativa urbanistica sulla base di quanto rappresentato loro durante le lunghe trattative, precedenti ai contratti. Tutti sarebbero stati rassicurati della possibilità di ususfruire del "sisma bonus" con il cosiddetto sconto immediato in fattura (pari a un importo massimo di 96.000 euro). Poiché, secondo l'accusa, gli indagati avrebbero cercato di superare lo sbarramento temporale posto sui permessi a costruire, anche il provvedimenti legati al "sisma bonus" devono ritenersi ideologicamente falsi. Promesse, dunque, da considerarsi come specchietti per le allodole. L'immobile, del valore di circa 26 milioni, è costituito da 71 appartamenti, 22 locali commerciali e 63 garage e magazzini. Il gip ha disposto il sequestro preventivo dell'immobile nonché quello di 415.000, corrispondente al profitto del reato di autoriciclaggio.