Tariffe da capogiro, soprattutto per i bus turistici, per entrare nella bellissima città di Firenze. In tanti erano finiti nei guai. Tra costoro anche due imprenditori di Pontecorvo, uno di Roccasecca, uno di Cassino e uno di Cervaro, per rispondere di truffa e ricettazione. Nei giorni scorsi la discussione per due imprenditori di Pontecorvo e la sentenza: un'assoluzione con formula piena.

La procura di Firenze, lo ricordiamo, aveva aperto quattro anni fa ben sei fascicoli. L'ipotesi: carte di circolazione alterate per pagare meno. A scoprire un'anomalia nelle carte di circolazione presentate dai trasportatori all'ingresso del capoluogo toscano sarebbero stati alcuni funzionari attraverso un riscontro telematico, poiché l'invio dei documenti nel tempo è stato sempre più informatizzato.

Una parte dei documenti veniva inviata via mail, l'altra presentata nei vari check point di ingresso delle Ztl fiorentine. La pg toscana avrebbe poi rilevato come alcuni degli stampati della carte di circolazione erano addirittura risultati (dalla banca dati SDI) rubati in bianco. Libretti originali ma scritti in modo contraffatto, poi in parte risultati trafugati dalla motorizzazione di Enna e di Livorno. Dunque, secondo la procura fiorentina, le classi ambientali dei bus turistici non sarebbero corrisposte a quelle reali, bensì contraffatte per pagare meno. Pendenti una decina di cause per l'ipotesi di truffa e ricettazione, per alcuni anche per falso, a carico di una cinquantina di imprenditori di bus gran turismo.

Alcuni hanno optato per la messa alla prova con il pagamento della differenza al Comune di Firenze, altri per un patteggiamento. Ma non tutti: una parte di imprenditori, come i due professionisti pontecorvesi settantenni difesi dall'avvocato Manlio Sera, sono andati a dibattimento. E nei giorni scorsi sono stati assolti con formula piena per non aver commesso il fatto.

L'avvocato Sera ha infatti sostenuto e dimostrato che i due imprenditori erano completamente estranei alle accuse: non hanno mai condotto personalmente un bus a Firenze né - a livello documentale - potevano essere a conoscenza di qualche anomalia poiché le fatture sono emesse alle agenzie di viaggio e non ai proprietari dei mezzi. Se c'è stata truffa, il profitto nei confronti degli imprenditori non esiste. Per cui è caduta l'ipotesi di truffa e quella di ricettazione. La prima sentenza del corposo filone.