Dodici proiettili di cannone rinvenuti durante l'effettuazione di lavori agricoli. Sul posto sono giunti i carabinieri e gli artificieri dell'Esercito. Ieri mattina l'agricoltore intento a dissodare e ad arare un terreno in località Villamagna, sullo spartiacque tra il territorio di Anagni e quello di Sgurgola, ha avuto un sobbalzo tramutatosi all'istante in più che giustificato timore. Il piccolo mezzo agricolo utilizzato come complemento operativo della trattrice, nel dissodare la zona prospiciente un vecchio casolare abbandonato, aveva prodotto un secco rumore metallico mettendo allo scoperto un grosso proiettile da cannone ricoperto di terriccio, solo parzialmente arrugginito.

L'uomo ha subito avvisato i carabi ieri del Comando compagnia di Anagni che si sono precipitati sul posto perimetrando la zona. Tramite la centrale operativa di via Giminiani, i vertici della Compagnia si mettevano in contatto con gli artificieri e veniva organizzata la missione. Lavorando a mano e con oculatezza, due sottufficiali giovani ma esperti rinvenivano uno dopo l'altro ben dodici proiettili di artiglieria pesante, chiaramente residuati bellici della Seconda guerra mondiale.

Con ogni probabilità, il luogo del rinvenimento doveva essere stato scelto durante il periodo bellico per la collocazione di una batteria che, rivolta verso Anagni, poteva tenere in scacco una vasta zona. La ipotizzata fuga precipitosa dei componenti il reparto addetto ai pezzi di artiglieria, dovuta all'avanzata degli alleati provenienti da Cassino, deve aver provocato l'abbandono dei proiettili rinvenuti, che erano solitamente accatastati accanto agli obici. Per eliminare i proiettili e mettere in sicurezza la zona è stata programmata una serie di interventi da attuare fin dai prossimi giorni: prelevare con mezzi adeguati alcuni elementi per volta, trasportarli in una cava abbandonata e farli brillare.

Un'operazione delicata, più difficoltosa del brillamento di mine ed esplosivo. C'è chi ricorda come negli anni Ottanta, durante lavori di rafforzamento dei piloni dell'antico ponte romano sul Sacco, l'escavatore impalò con la benna un quintale di tritolo che i tedeschi avevano posizionato nel fiume per distruggere il ponte. Per miracolo, non esplose tutto.