Tre imprenditori nei guai per tentata corruzione, peculato, truffa, autoriciclaggio e indebita percezione di erogazioni pubbliche derivanti dal sisma bonus acquisti. Queste le accuse mosse (a vario titolo) dalla procura di Cassino nei confronti di tre professionisti a cui sono state notificate ieri misure cautelari differenti che vanno dal divieto di dimora nel territorio del Comune di Cassino all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria fino al divieto di esercitare per un anno qualsiasi attività d'impresa. Tra questi anche l'imprenditore residente a Cassino ed ex consigliere comunale di minoranza Salvatore Fontana. Con lui un collega molisano e uno emiliano. Proprio Fontana, raggiunto telefonicamente, ha dichiarato: «Sono dispiaciuto ma sono certo che riuscirò a chiarire al più presto tutto e ho fiducia nella magistratura».

La genesi
La maxi inchiesta del Gruppo delle Fiamme gialle di Cassino, coordinate dal tenente colonnello Francesco Papale, trae origine da alcune frasi pronunciate in consiglio comunale dal sindaco Enzo Salera: era il dicembre del 2020 e il primo cittadino affermò pubblicamente frasi che facevano riferimento al supposto tentativo di pilotare un appalto per l'efficientamento energetico della città. Parole infuocate, figlie di un clima politico incandescente in seno alla stessa maggioranza, che non caddero nel vuoto. Le Fiamme gialle iniziarono - coordinate dal pm Alfredo Mattei - a scavare. A mettere insieme nomi e ipotesi, attività e affari risultati spesso scollegati tra loro. Ben 17, in totale, gli indagati a vario titolo e per vari filoni, confluiti tutti nella maxi inchiesta partita proprio dall'assise del dicembre 2020: amministratori, ex amministratori, consulenti, tecnici e imprenditori sono stati intercettati a lungo. Poi, nelle scorse ore, la notifica delle tre misure cautelari. «Nello specifico, le indagini di polizia giudiziaria eseguite dai finanzieri del Gruppo di Cassino avrebbero consentito in primis di acquisire elementi circa l'ipotizzata condotta di istigazione alla corruzione perpetrata nei confronti di un consigliere di maggioranza del Comune di Cassino, all'epoca anche presidente della Commissione consiliare lavori pubblici (Tommaso Marrocco, a sua volta coinvolto nella vicenda del voto di scambio, ndr) allo scopo di indurlo ad attivarsi, anche presso il sindaco, affinché fosse affidato ad una società l'appalto per l'efficientamento energetico da parte del Comune - spiegano dal Comando provinciale della Gdf - Al fine di ottenere quanto richiesto, al consigliere comunale sarebbe stata offerta una remunerazione in denaro, non meglio quantificata, ovvero la possibilità di gestire le assunzioni di personal locale da destinare ai lavori di efficientamento energetico. Offerta rifiutata».

In questo primo filone, si innesterebbe un secondo troncone relativo all'ipotesi investigativa di costruzione abusiva di un complesso immobiliare in pieno centro cittadino (quello dell'ex mercato coperto) e la successiva vendita degli immobili realizzati. Complesso per il quale, per un periodo (soli quattro mesi) Fontana risultò direttore dei lavori. Per le Fiamme gialle per l'ex mercato coperto si sarebbe proceduto «usufruendo indebitamente di erogazioni pubbliche derivanti dal cosiddetto "sisma bonus acquisiti"». Ecco lo sviluppo di una seconda maxi inchiesta, scaturita dalle indagini aperte dopo l'assise civica di tre anni fa.