Già prima delle 15 la chiesa era piena. Molti anche nella piazza antistante. E tantissimi con il volto rigato dalle lacrime. Tanti perché, tante domande a cui è difficile trovare le risposte, per la morte di un marito, un papà, un amico, un collega ineccepibile. Pierluigi Renzi, per tutti Gigi, resterà sempre nel cuore delle persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. I funerali del nostro collega e amico Gigi sono stati officiati ieri pomeriggio nella chiesa di Santa Francesca. Ad accogliere la bara anche i compagni dei figli, i gemelli Filippo e Giulia. Tenevano strette tra le mani rose bianche. E tante le lacrime sui loro volti. Scendevano una dietro l'altra. Come su quelli di tanti adulti. Tante persone si sono strette attorno alla moglie Katia, alla mamma Silvana e ai due bambini.
«Siamo raccolti per accompagnare Pierluigi con la nostra preghiera – ha detto il parroco don Jacques nell'omelia – La bara è arrivata in anticipo come per sottolineare il rispetto che Pierluigi aveva con il tempo. Agli appuntamenti era sempre puntuale. Che si tratti della morte di una persona anziana o di un giovane padre di famiglia, e nel caso concreto la morte di Pierluigi, per molti di noi la morte rimane sempre assurda e scandalosa. I nostri cari li vorremmo in eternità con noi. La vostra presenza numerosa in questo momento è la prova di quel sentimento di affetto che avete sempre nutrito per Pierluigi. Un sentimento senza dubbio che si alterna per molti tra protesta, rivolta e ribellione interiore davanti al mistero della morte. Anch'io come voi mi chiedo del perché della sofferenza. Nel celebrare un evento tragico come questo possono sorgere tante domande in ognuno di noi. Ne ho individuate due per me: "Il perché di un evento come questo così inaspettato, della malattia, della sofferenza". E la seconda: "Che succede dopo"? Al perché della morte non esiste una risposta valida. La morte è una totale assurdità. E la morte di una persona cara, come Pierluigi, ci rimanda all'idea della nostra stessa morte, che non siamo pronti ad accettare. Siamo tutti impotenti di fronte alla morte, alla sofferenza, alla malattia e quando è la morte di una persona amata, le nostre povere parole sono irrisorie. Siamo immersi nell'Ottava di Pasqua, Gesù Risorto ha sconfitto la morte, e la nostra fede in lui come Risorto ci fa guardare alla morte in modo diverso. Con lui, alla nostra tristezza, afflizione supplisce la speranza che anche il nostro Pierluigi risorgerà».
Don Jacques ha sottolineato come «le parole per descrivere questo momento di lutto non ci sono. In Pierluigi c'è chi ha perso un figlio, un marito, un papà, un collega. Io, e non solo io, ho perso un amico. A 51 anni uno non pensa molto alla morte, soprattutto e nel contesto odierno dove l'aspettativa di vita è sempre in aumento. Non pensiamo mai che la morte ci aspetta alla svolta della strada, ci coglie di sorpresa. Eppure questo è quello che è successo al nostro caro Pierluigi. La sua morte improvvisa ci interpella, ci riporta al carattere fragile ed effimero del nostro stare qui, del nostro peregrinare quotidiano. Badate fratelli e sorelle che l'unica ricchezza che ognuno di noi ha a disposizione, come dicevano gli antichi, è il "nostro tempo", e ce l'abbiamo quasi come in prestito. Pierluigi ha saputo gestire il suo seminando attorno a sé tanto bene. Nei nostri cuori albergano ora due sentimenti generati dalla morte improvvisa di Pierluigi: da una parte il dolore del distacco e dall'altra la riconoscenza di averlo avuto come figlio, marito, padre amorevole, collega e amico per molti. Sono certo che questi medesimi sentimenti sono presenti in quelli del sangue suo che sempre lo hanno amato e accompagnato». Il parroco ha ricordato come Gigi abbia avuto «una vita piena di affetti e amicizia contraccambiata da molti grazie alla tua instancabile disponibilità verso tutti, segnata da una grande mitezza e spirito di riservatezza. Ogni incontro con te non era mai banale e a nome di tutti ti ricorderemo così». All'uscita della bara dalla chiesa un lungo applauso, mentre tre palloncini rossi e tanti altri di colore bianco sono stati lasciati volare verso il cielo azzurro.