«Ci sono luoghi che superano i confini del tempo e le insidie del male»: con queste parole il noto giornalista televisivo Roberto Giacobbo ha aperto il servizio dedicato alla splendida abbazia di Montecassino, nella puntata di "Freedom - Oltre il confine", andata in onda lunedì sera su Italia Uno.
Una puntata con uno share altissimo, dedicata al mistero e alla storia, che ha voluto ricordare il "miracolo dei 300 sopravvissuti", raccontando come riuscirono a salvarsi dal bombardamento alleato del 1944 le persone che si nascosero in un luogo unico. «Uno spazio che - grazie a un permesso speciale - ha sottolineato Giacobbo - Freedom ha visitato con le sue telecamere».

La troupe di Freedom in "L'ultima storia" ha attraversato i luoghi sacri ripercorrendo la terribile distruzione dell'abbazia benedettina, ma anche il grande mistero legato alle 300 persone che su oltre mille riuscirono a salvarsi rifugiandosi nella prima casa di san Benedetto. Una forte emozione, quella catturata dalle telecamere Mediaset, in un luogo sacro e caro a tutti i cassinati.
Giacobbo nel suo racconto parte dalla nascita dell'abbazia per mano di san Benedetto e santa Scolastica, un luogo di preghiera distrutto e ricostruito più e più volte, in grado di rinascere dalle proprie ceneri.

«La più brutale delle distruzioni risale alla battaglia di Montecassino 1944. Un anno importante e terribile» continua Giacobbo, ricostruendo le sorti della guerra legata indissolubilmente a quelle del monastero. «Qui si rifugiarono mille persone di cui almeno 700 morirono sotto tonnellate di bombe. Tutto fu distrutto. Ma 300 si salvarono rifugiandosi nel luogo più antico dell'edificio» afferma Giacobbo, mostrando la cattedrale nel suo splendore e le tombe dei Santi, le cui spoglie mortali furono risparmiate da un proiettile di mortaio conficcato ma non esploso sotto l'altare maggiore. Fino ad arrivare nell'antica zona della torre romana, la vera dimora di san Benedetto - non aperta al pubblico - dove i 300 vennero protetti dalla furia dei bombardamenti.
In quella parte riparata san Benedetto costruì il primo nucleo, dove poter trovare pace e raccoglimento: lo stesso che preservò le persone che lì si rifugiarono.