Rifiuti abbandonati e criticità urbanistiche: i carabinieri forestali indagano su una serie di illeciti riscontrati durante una serie di sopralluoghi.
Cumuli di rifiuti urbani, assimilati e speciali lasciati un po' ovunque, sia all'interno che all'esterno di un capannone, anch'esso fonte di dubbi sulla sua costruzione, hanno convinto la pattuglia dei carabinieri forestali della Stazione di Anagni dell'opportunità di avviare un'indagine conoscitiva, sfociata nella informativa e nella conseguente proposta di sanzioni a carico dei titolari di un'azienda del settore trasporti.

Nel caso in questione, il cui faldone contenente il carteggio si trova sulla scrivania del magistrato incaricato, oltre alla presenza di rifiuti non trattati secondo le norme in vigore, sarebbe stata evidenziata una particolarità: le diverse attività della società sotto esame verrebbero espletate su un terreno catastalmente identificato come "terreno agricolo vincolato".
In aggiunta ai vincoli per la sola destinazione agricola, vi sarebbero anche vincoli di altro genere (come quello archeologico) comuni alla fascia di terreno prospiciente la via Casilina, per tutti i dieci chilometri di competenza del comune di Anagni, ovvero dal chilometro 58 al chilometro 68 della statale di provenienza Astral e competenza Anas.

La parentesi dell'inchiesta classificata come "urbanistica" potrebbe presto arricchirsi di ulteriori elementi affatto trascurabili. Pare infatti che una sorta di eccesso nel rilascio di autorizzazioni possa essere la conseguenza di interpretazioni poco rigide delle norme e dei regolamenti, sia comunali che degli enti superiori (Provincia, Regione, Stato). La mancata revisione del Piano regolatore generale, definito dalla regione Lazio nel lontano 1975, non ha impedito infatti il rilascio di concessioni urbanistiche.

Intanto, nonostante l'esiguità numerica del personale impegnato in una serie di servizi istituzionali gestiti dal comandante Rossella Iori e coordinati dai superiori del provinciale, i "ranger", che ormai fanno parte dell'Arma dei carabinieri, agiscono a trecentosessanta gradi, difendendo strenuamente il territorio dai reati di tipo ambientale.
L'ambiente, per il quale in molti vantano d'interessarsi e di agire per tutelarlo, viene in realtà curato e attenzionato da pochi; tra questi, appunto, le donne e gli uomini dell'Arma, decisi a non mollare.