Sarà stato anche depenalizzato il reato di blasfemia ma il gesto di alcuni ragazzi durante la processione del Cristo morto a Pontecorvo sembra davvero difficile da digerire. Quelle urla scomposte, quelle bestemmie arrivate ben nitide nelle orecchie dei presenti durante la fase delle benedizione in una delle tappe hanno ferito, e non poco, la comunità. Erano circa le 21 quando la statua di Gesù morto stanziava, con tutto il suo seguito, nei pressi della Casa della Salute, e i sacerdoti permettevano di rivivere la Passione del venerdì santo quando si sono sovrapposte imprecazioni urlate che hanno "gelato" l'ambiente di fede cristiana e di raccoglimento.
Un momento di spaesamento, di realizzazione dell'accaduto, di stupore, di dispiacere: un groviglio di emozioni prima di poter focalizzare la gravità dei fatti.
«Non è stato affatto piacevole - ha detto ieri il sindaco della città fluviale, Anselmo Rotondo - soprattutto durante la processione del Cristo morto. Per me è stata una bravata di pessimo gusto da parte di vigliacchi, di annoiati, di ragazzi che volevano solo mettersi in evidenza e fare un gesto che avrebbe portato una visibilità che altrimenti non avrebbero avuto. Ecco perché, secondo me, si sono resi responsabili di blasfemia.
Eravamo in processione con il Cristo morto, portato in una teca di vetro lungo le vie della città, e durante una sosta alla Casa della Salute, dove ci sono malati che vanno curati nel fisico e nell'anima, si sono sentite due o tre voci - che non sono state ancora individuate - esprimere frasi ingiuriose contro Cristo e contro Dio. Già di per sé a me dà fastidio sentire bestemmie, figuriamoci se avvengono durante una processione. Mi auguro che sia stata una ragazzata di pessimo gusto ma lancio un appello a chi ha visto affinché ci contatti e ci aiuti a identificare i responsabili».
E poi aggiunge: «Volevo anche dire che la comunità pontecorvese non è solo questo: proprio ieri c'è stato un episodio di solidarietà bellissimo nei confronti di una ragazza disabile. Questa è la nostra città». Ad ascoltare le bestemmie, dunque, oltre alla popolazione, c'era il sindaco, l'amministrazione e il comandante della stazione dei carabinieri che ha fatto acquisire le immagini delle telecamere di sicurezza per cercare di risalire agli autori. Una volta identificati, i ragazzi potranno essere multati, in base all'articolo 724 del Codice Penale che punisce "chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità e chi compie qualsiasi pubblica manifestazione oltraggiosa verso i defunti".
Il reato è stato depenalizzato, ora si rischia solo una multa da 51 a 309 euro. «Devo dire che dopo quel momento - ha aggiunto il sindaco - nulla è stato più come prima. Questo gesto disdicevole ci ha messo l'amarezza in cuore e, infatti, sino al rientro in cattedrale non si parlava d'altro». Così il sindaco ha lanciato un appello a chi potrebbe aver visto e riconosciuto uno o tutti i ragazzi che, avvolti dal buio, hanno deciso di compiere questo atto. «Nel centro storico ci sono i varchi e anche le telecamere, ma da dove provenivano le imprecazioni non ci sono, probabilmente lo hanno fatto apposta».
Oltre alla condanna unanime da parte della comunità per una notizia che è salita alla ribalta nazionale, ieri si è pronunciato anche don Eric Di Camillo: «In merito a quanto accaduto al termine del passaggio della processione del Venerdì Santo la comunità di Pontecorvo esprime la disapprovazione e la costernazione per un comportamento ingiustificabile. L'auspicio è quello di un maggiore impegno nel compito educativo da parte delle singole famiglie, di tutte le istituzioni e in particolare della stessa comunità Cristiana». Resta una ferita profonda nella comunità. Un altro gesto che, come quello compiuto di recente dai ragazzini a Piedimonte che si sono sdraiati sull'asfalto per fare selfie, fotografa una generazione sempre più difficile. Con atteggiamenti pericolosi, imbarazzanti, nocivi per se stessi e per gli altri. Una generazione "annoiata". E con troppi punti di riferimento molto... social.