Le regioni sono a secco. Nel Lazio ci sono 250 milioni di euro di danni stimati per l'agricoltura. L'inverno ha fatto segnare un aumento della temperatura superiore di 1,21 gradi rispetto alla media storica. Ma l'anomalia è addirittura di 1,38 gradi, sulla base dei dati Isac Cnr, in più al nord del Paese.
Nel Lazio i danni registrati riguardano soprattutto gli investimenti sostenuti per le semine. Ma anche per il gasolio o la corrente per irrigare, per la mancata produzione diretta di foraggio per gli allevamenti e il mancato reddito per l'ortofrutta. Senza dimenticare i cali di produzione di vino e olio, che risultano essere ancora una volta i settori più colpiti. Per contrastare l'emergenza della crisi idrica il governo ha approvato un decreto legge che istituisce una cabia di regia interministeriale e nomina un commissario straordinario nazionale.
«Bene l'intervento del governo – afferma David Granieri, presidente della Coldiretti Lazio – per fronteggiare il grave problema della siccità che colpisce l'Italia, dove si perde ogni anno l'89% dell'acqua che arriva al suolo grazie alla pioggia». In particolare, per superare la difficoltà di svolgimento delle procedure amministrative, il commissario potrà adottare in via d'urgenza i provvedimenti per fronteggiare la crisi idrica anche derogando alle disposizioni vigenti in materia. I cambiamenti climatici hanno ridotto le precipitazioni di 1/3 a livello nazionale.
«Gli agricoltori – aggiunge Granieri – sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l'uso razionale dell'acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l'innovazione con colture meno idro-esigenti». Ma l'acqua è essenziale per mantenere sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell'intero settore alimentare. «È necessario – conclude – creare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio al fine di conservare l'acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all'industria e all'agricoltura».
Inoltre il decreto varato dal consiglio dei ministri consente anche il riutilizzo delle acque reflue depurate ad uso irriguo. «Dalla disponibilità idrica dipende la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea – spiega il presidente di Coldiretti Frosinone, Vinicio Savone – dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al granoturco per alimentare gli animali e i salumi più prestigiosi».
In ogni caso, la mancanza di pioggia sta condizionando le scelte di numerose aziende agricole che si stanno spostando dalla produzione di mais e riso verso colture che richiedono meno utilizzo di acqua, come soia e frumento.