Il verolano Daniele Viti e il romano Danilo Rondoni, in carcere con l'accusa di concorso in omicidio per la morte di Andrea Fiore, potrebbero aver agito per conto di un'altra persona.
Ci sarebbe un terzo uomo coinvolto nell'omicidio del carrozziere freddato con un colpo di pistola al torace nella sua abitazione in via dei Pisoni, al Quadraro, a Roma, la notte tra il 26 e il 27 marzo scorso. Forse una spedizione con l'obiettivo di estorcere al cinquantaquattrenne notizie sul delitto dell'amico Luigi Finizio, ucciso mentre faceva rifornimento a un distributore di benzina in via dei Ciceri. Le indagini proseguono senza sosta.
Viti durante l'interrogatorio avrebbe ammesso di aver premuto il grilletto, ma "per errore". Rondoni gli avrebbe passato la pistola, spaventato dal fatto che Fiore li minacciasse con un'ascia. Viti avrebbe confermato di aver raggiunto la zona insieme a Rondoni e di aver fatto salire in auto un vicino della vittima, pensando che potesse fornire loro informazioni.
Secondo le accuse i due avrebbero prelevato un uomo che era in strada al telefono, facendolo entrare in macchina e sostenendo che era in corso un'operazione della polizia. Lo avrebbero malmenato e minacciato di morte qualora non avesse collaborato. I due avrebbero chiesto al malcapitato informazioni riguardo il legame tra Andrea Fiore e Gigio, cioè Luigi Finizio.
Nell'appartamento occupato al Corviale da Viti, durante la perquisizione, i poliziotti hanno trovato una pistola e sostanza stupefacente, hashish e marijuana.
La pistola, un revolver calibro 38, è risultata essere oggetto di furto. L'arma, da cui sarebbe partito il colpo che ha ucciso Fiore era stata rubata a febbraio del 2021 nell'abitazione di un cacciatore vicino Aprilia. La denuncia era stata presentata nella stazione carabinieri di Campo Verde.