Partiamo dal lato tecnico. Ieri mattina, sono stati effettuati gli esami irripetibili sul telefonino di Niccolò Toson, 18 anni, fratello di Mattia.
È stata acquisita la copia forense della memoria del cellulare e, adesso, i carabinieri del Racis scandaglieranno tra le varie geolocalizzazioni registrate, i messaggi, le foto, le conversazioni delle chat. Se i tempi dovessero essere rispettati, ci vorranno al massimo due giorni per avere queste informazioni che la Procura ritiene, evidentemente, importanti.
Come importanti saranno i dati che si attendono dalle (prossime) analisi di altri tre cellulari, quelli dello zio dei due ragazzi, Francesco Dell'Uomo, della fidanzata e di un amico di Mattia.

Nessuna di queste persone è formalmente indagata per i fatti del 30 gennaio, ma sono profili ritenuti rilevanti dagli investigatori, che stanno cercando di vagliare centimetro per centimetro, secondo per secondo gli spostamenti dell'intera famiglia Toson e di quanti "ruotano" attorno ad essa.
La linea della Procura appare quindi chiara: se la sera del 30 gennaio, i Toson erano ad una festa di compleanno in un agriturismo lontano da Alatri, quando sono arrivati esattamente in questo locale? Coincidono le versioni fornite agli inquirenti con gli effettivi movimenti dei Toson?

Fin qui, dai controlli effettuati sul primo cellulare, l'iPhone12 di Mattia, è emersa solo la circostanza che il dispositivo era spento nell'arco temporale in cui è avvenuta la sparatoria costata la vita a Thomas Bricca. Una contingenza che, anch'essa, va inquadrata e analizzata a fondo.
Insomma, come in un puzzle, si sta provando a mettere insieme tutti i tasselli della vicenda e ricostruire il contesto di quella drammatica serata.
Un'operazione faticosa, lunga, indispensabile però per comprendere se i Toson siano effettivamente implicati nei fatti o estranei agli stessi, come hanno dichiarato fin dalle prime ore susseguenti all'omicidio.