Ancora atti vandalici in via Principe Amedeo, con vasi rotti e piante divelte. Non si fermano i soliti ignoti del sabato sera che, forse poco lucidi, si divertono a spaccare vasi, sdradicare piante e fiori, proprio a ridosso del centro urbano. Ieri mattina l'amara sorpresa per i residenti al risveglio, dopo il sabato sera. "Notti brave" che certamente sono la palese testimonianza di inciviltà, accompagnate da atti distruttivi che compromettono il decoro urbano. Purtroppo, non si tratta degli unici gesti compiuti "a sfregio" in paese. Basta raggiungere l'area sottostante piazza Tommasini, dove sorge l'anfiteatro, per notare lampioni rotti e arredi urbani distrutti. Si tratta di ragazzate, se così vogliamo definirle, che comunque contribuiscono a danneggiare beni pubblici e a guastare il lavoro di chi vuole un paese bello e accogliente.
Amareggiato il consigliere Dino Fortuna, ha pubblicato ieri le foto sui social e commentato: «Non è un pesce d'aprile, è l'ennesimo scempio che i soliti imbecilli hanno fatto in via Principe Amedeo. Non ci sono parole. Ogni volta che si cerca di dare una prospettiva diversa c'è qualcuno che distrugge». Quindi, Fortuna annuncia: «In settimana andrò dai carabinieri per verificare se c'è la possibilità di presentare una denuncia anche contro ignoti». Purtroppo, il fenomeno degli atti vandalici si ripete periodicamente, approfittando dell'assenza di telecamere in alcuni punti del centro urbano, dove i vandali entrano in azione e seminano distruzione.
Comprensibile, pertanto, l'amarezza di chi si è dedicato alla sistemazione di vasi e piante per abbellire la stradina che collega piazza Martiri di via Fani con il parcheggio e via Riviera Liri. Una via utilizzata soprattutto dai pedoni, dove non transitano mezzi e che potrebbe essere un piccolo angolo caratteristico di Ceprano, mentre ignoti distruggono gli arredi, dando sfogo al loro stupido vandalismo. Comprensibile, quindi, la rabbia del consigliere Fortuna, come quella degli abitanti della zona e di chi gestisce le attività, dovendo assistere inermi a un fenomeno veramente assurdo.