Delitto a Roma: si cerca l'altra persona accusata, in concorso di omicidio con il verolano Daniele Viti, della morte di Andrea Fiore. Il quarantatreenne ciociaro è stato fermato lunedì dai poliziotti e tradotto nel carcere di Regina Coeli, in attesa della convalida.
I poliziotti sarebbero risaliti all'uomo attraverso i documenti contenuti nel portafoglio trovato nell'abitazione della vittima, il carrozziere di 54 anni. Il ruolo di Viti nell'agguato mortale è ancora da chiarire: se sia stato proprio lui l'esecutore materiale dell'omicidio o se abbia accompagnato il killer. La verità potrebbe venire fuori anche dai cellulari di Fiore e del verolano.
Fiore potrebbe aver aperto la porta di casa a qualcuno che conosceva e che poi gli ha sparato. I dati dei cellulari potrebbero essere utili a capire se la sera in cui è stato ucciso, il cinquantaquattrenne stesse aspettando qualcuno o se ci siano messaggi o telefonate utili per ricostruire l'agguato avvenuto nella notte tra domenica e lunedì nella capitale.
È stato proprio Fiore a chiamare le forze dell'ordine e a chiedere aiuto. «Aiuto, mi hanno sparato», le sue ultime parole pronunciate sulla linea telefonica del 112.
All'arrivo dei soccorsi, però, per lui non c'era più nulla da fare. Il colpo di pistola al torace non gli ha lasciato scampo. L'arma utilizzata sarebbe di piccolo calibro.
Gli investigatori non escludono che l'omicidio sia collegato a quello avvenuto circa due settimane fa a Porta Furba, sempre nella capitale, dove Luigi Finizio è stato ucciso a colpi di pistola davanti ad un distributore di benzina. Le vittime si conoscevano ed erano amiche.
Le indagini sugli ultimi omicidi sono concentrate sul mondo della droga. Però non vengono sottovalutati nemmeno alcuni collegamenti con ambienti vicini ai Senese da parte di un cugino di Finizio.
Il fermo di Daniele Viti è avvenuto lunedì sera mentre rientrava nella sua abitazione a Roma, al Corviale. A eseguirlo sono stati gli agenti della Squadra Mobile - Sezione omicidi, su decreto del sostituto procuratore Eleonora Fini. Il quarantatreenne era insieme alla compagna. Il verolano ha due procedimenti pendenti a suo carico nel tribunale di Frosinone per stalking nei confronti dei genitori e della sorella. Dopo il periodo natalizio aveva lasciato Veroli e si era trasferito a Roma.