La notizia che il cellulare di Mattia Toson, il primo indagato nell'omicidio Bricca, fosse spento nel momento in cui si consumava la sparatoria in via Liberio, ha aperto la porta a tante ipotesi. La domanda principale è: l'alibi del ragazzo viene confermato o smentito da questa particolare circostanza? Gli inquirenti continuano a lavorare sopra il caso e a cercare quelle risposte che possano delineare, in maniera chiara, il quadro in cui Thomas è stato ucciso. I legali dei Toson, gli avvocati Angelo Testa e Umberto Pappadia, hanno rinunciato al Riesame per il dissequestro del cellulare di Mattia, previsto per venerdì.
Intanto, l'avvocato Marilena Colagiacomo, legale della famiglia Bricca, commenta l'ultima novità emersa nel corso di questa complicatissima indagine.
Avvocato, il cellulare spento di Mattia Toson, dell'indagato, cosa ci racconta?
«Guardi, non è detto che, se quel cellulare risultava spento, non si possano estrapolare dei dati che possano essere utili all'indagine».
A cosa si riferisce?
«Bisognerebbe capire le abitudini del proprietario di quel dispositivo, ossia se fosse solito tenere spento il cellulare in diversi momenti della giornata, oppure se ciò è avvenuto solo in quella particolare circostanza e perché».
Facendo salvo il fatto che sono gli investigatori a dover accertare quanto accaduto, non è però un'anomalia tenere un cellulare spento? Oggi siamo tutti connessi e cominciamo a ricaricare il telefonino quando scendiamo sotto una certa percentuale di batteria...
«Ripeto, è un'anomalia solo se si comprendono le esatte abitudini del proprietario di quel cellulare. Se il telefonino fosse rimasto spento soltanto in quella determinata circostanza, allora potremmo essere di fronte non ad una prova, ma ad un indizio».
Come ha reagito la famiglia di Thomas di fronte a questa notizia?
«La famiglia Bricca aspetta sempre, speranzosa».
Ulteriori dati potranno provenire dall'esame dell'altro cellulare sequestrato, quello di Niccolò Toson, fratello più piccolo di Mattia?
«Sì. L'estrapolazione della memoria avverrà lunedì 3 aprile, sempre alla presenza del nostro consulente».
Lasciamo stare l'argomento del cellulare. All'inizio, quando lei ha assunto l'incarico di difendere i Bricca, ha parlato dell'ipotesi della premeditazione per questo omicidio: è una linea ancora valida?
«Ho detto che c'erano degli elementi che fanno propendere per un'azione organizzata: procurarsi uno scooter, oscurare la targa, procurarsi una pistola e dei caschi integrali. Vedremo...».